- Data di pubblicazione
- 26/02/2019
- Ultima modifica
- 26/02/2019
La meccanica del cuore di Mamimò e Teatro Gioco Vita
Il debutto a Reggio Emilia, dal 1 al 10 marzo
“Il tuo cuore è solo una protesi, è più fragile di un cuore qualsiasi e sarà sempre così. I meccanismi dell’orologio non riescono a filtrare bene le emozioni come farebbero i tessuti. Devi essere molto prudente. Ciò che è accaduto in città conferma i miei timori: l’amore è troppo pericoloso per te.” “Lei è libera di crederlo… ma tu non sei obbligato a pensarla allo stesso modo. Se hai paura di farti male, aumenti le probabilità di fartene sul serio. Se passi la vita cercando di non romperti niente, ti annoierai tantissimo, non conosco nulla di più divertente dell’imprudenza! Guardati, dico imprudenza e ti si illuminano gli occhi. Quando a quattordici anni si decide di attraversare l’Europa per una ragazza, vuol dire che si propende seriamente per l’imprudenza”.
Queste due voci antitetiche sono tratte da La meccanica del cuore dello scrittore francese Mathias Malzieu, un breve romanzo e un long seller di dodici anni che aspira a un posto tra i classici (come “Il piccolo principe” di Saint-Exupéry, restando alla letteratura francese) per la sua capacità di farsi parabola della condizione umana, di quella dimensione universale quanto inesplicabile in cui si generano e prendono forma emozioni destinate a diventare legami, affetti che ingabbiano e affetti che liberano. L’autore è anche un cantante, leader del gruppo francese Dionysos e “La mécanique du coeur” è anche un loro album (in cui ritroviamo i personaggi del libro), nonché un film d’animazione prodotto da Luc Besson con musiche dei Dionysos.
Ora questo delicato e incantevole libro denso di simboli diventa anche uno spettacolo di attori e di ombre, coprodotto dal reggiano Centro Teatrale MaMiMò e dal piacentino Teatro Gioco Vita che con le ombre lavora da quarant’anni. Con l’adattamento di Marco Maccieri e la regia dello stesso Maccieri e di Angela Ruozzi, sul palcoscenico troviamo dunque attori in carne e ossa a dialogare con sagome di fantasia, tutti ugualmente immersi nelle atmosfere poetiche ed evocative del libro. Gli attori in scena sono Fabio Banfo, Cecilia Di Donato e Paolo Grossi; le scene, le sagome e le ombre portano le firme di Nicoletta Garioni e Fabrizio Montecchi. Il debutto nazionale è in programma venerdì 1 marzo, alle 21.00, al Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia, con repliche fino al 10 marzo (sabato 2 marzo alle 21, domenica 3 marzo alle 17, e poi di nuovo venerdì 8 marzo alle 21, sabato 9 marzo alle 21 e domenica 10 marzo alle 17).
La storia comincia con la nascita del protagonista, il piccolo Jack – siamo nel 1874, ad Edimburgo – salvato dalla levatrice Madeleine che per non lasciarlo morire “nella notte più fredda del mondo” applica al suo cuore completamente ghiacciato una protesi, un orologio a cucù, e diventa per lui una sorta di madre adottiva. Lo spettacolo si apre sulle pagine in cui Jack (Paolo Grossi) è già cresciuto e ha lasciato la casa materna per inseguire una giovanissima cantante andalusa, Miss Acacia, della quale è innamorato da quando aveva dieci anni. L’innesco è l’incontro con Georges Meliès (Fabio Banfo), inventore e poeta che nel libro cura il cuore di Jack e i suoi tormenti e sul palco, nella sua magica tenda, mette in moto il racconto evocando la storia di Jack attraverso le strane macchine che ha creato. È ancora Meliès a pronunciare la seconda citazione sull’imprudenza; la prima è di Madeleine (Cecilia Di Donato), iperprotettiva e talmente gelosa del mondo che potrebbe portarle via il bambino da ordire un crudele inganno proprio nei confronti di quel figlio che vuole proteggere. Ma anche Jack, disposto a tutto per la sua Miss Acacia, commette alcuni errori irreparabili; e così la sua storia, a metà tra fiaba teatrale e romanzo di formazione, traccia una metafora sul sentimento amoroso, ineluttabile nella sua misteriosa complessità.
“La parabola più grande e più complessa- sottolinea Angela Ruozzi – riguarda il rapporto tra un essere umano e la sua identità, le aspettative ereditate dai genitori e dalla società consensuale, e la difficile strada della scoperta di ciò che di più autentico batte sotto la meccanica del nostro cuore”.
“La storia è ambientata in un mondo che consente alcuni artifici teatrali importanti – precisa Marco Maccieri – come Tim Burton nei suoi film inventa mondi così gotici e così strani per permettere a sentimenti come la tenerezza di esistere e non essere banali o blandamente romantici, ecco che questo libro permette di parlare di alcune cose importanti senza scadere nei cliché. Anzi, cercando di portare il pubblico in un mondo alternativo”.
Le luci dello spettacolo sono di Fabio Bozzetta, i costumi di Nuvia Valestri.