- Data di pubblicazione
- 29/01/2018
- Ultima modifica
- 05/02/2018
La musica crossover di Goran Bregovic e Orchestra
Cinque anni dopo l’album Champagne for Gypsies, Goran Bregovic, compositore contemporaneo, musicista eclettico, considerato anche una rock star, torna con una nuova produzione sul tema della diversità religiosa e della coesistenza pacifica dal titolo “Three Letters from Sarajevo”.
Nell’album omonimo, uscito con Universal nell’ottobre 2017; Bregovic racconta la storia di Sarajevo, sua città natale, con le sue tante credenze e identità, i suoi complessi paradossi, che si rispecchiano anche nel suo vissuto. Un vero e proprio melting pot personale, dato dal padre cattolico e colonnello dell’esercito, la madre ortodossa e la moglie musulmana, mentre lui, musicista, esercita secondo il padre “un mestiere da gitano”.
Nel concerto al Manzoni il Maestro è accompagnato dalla Goran Bregovich Orchestra, composta da 19 elementi, e da voci di altissimo livello ed esplosive: Bebe, Riff Cohen, Rachid Taha, Asaf Avidan. Pochi musicisti sono riusciti, come lui, a sviluppare una così grande varietà di stili e tecniche senza perdere la propria identità. Un pezzo di Bregovic può essere riconosciuto al primissimo ascolto e sembra sempre diretto al mondo intero, senza distinzione di razza, sesso, età e religione. Le sue composizioni sono un felice esito tra le sonorità di una fanfara tzigana, le polifonie tradizionali bulgare, una chitarra elettrica e percussioni tradizionali con delle accentuazioni rock, dando vita ad una musica unica.