La notte degli invisibili: con Beyond Caring, Zeldin racconta il precariato

28 ottobre 2025

Cinque addetti alle pulizie in una macelleria industriale. Turni infiniti, pause cronometrate ogni quattro ore, straordinari sottopagati, altri lavori da rincorrere di giorno, nessuna tutela. Il 30 e 31 ottobre al Teatro Due di Parma arriva Beyond Caring, spettacolo scritto e diretto da Alexander Zeldin che nel 2014 portò il regista britannico (già assistente di Peter Brook) alla ribalta nazionale e internazionale. Il lavoro ha debuttato infatti a Londra un decennio fa, ottenendo un riconoscimento immediato per la lucidità dello sguardo ed è stato il primo pannello di una trilogia sulle disuguaglianze che Zeldin ha sviluppato negli anni successivi con Love (2016) e Hope, Faith and Charity (2019). Dopo essersi trasferito a Parigi, il regista ha deciso di riallestire Beyond Caring in francese, con il titolo Prendre soin, dopo aver fatto la stessa cosa con attori tedeschi, proprio perché il tema – la vita dei lavoratori poveri, iper-flessibili e senza diritti – è tutt’altro che superato. La versione che arriva a Parma è quella francese, con soprattitoli italiani. 

Lo spettacolo parla di precariato, sfruttamento e solitudine, ma anche dei rapporti umani che sempre nascono tra persone che condividono un tempo e uno spazio, sia pure ristrettissimo come quello di un contratto a chiamata di soli quattordici giorni. I cinque lavoratori protagonisti dell’opera sono assunti tramite un’agenzia interinale, chiamati a ripulire lo sporco di una macelleria e a sparire subito dopo. Ma sulla scena non spariscono affatto: attraverso dialoghi asciutti, gesti ripetuti e microfratture relazionali, emergono bisogni, desideri, stanchezze, angoli di tenerezza.  Non c’è retorica della “miseria esemplare”: c’è la normalità, che è la parte più feroce. Non c’è tragedia, perché il dolore qui non arriva come picco narrativo ma come condizione di fondo. Non c’è nemmeno eroismo individuale, perché nessuno può permetterselo. Il risultato è un’oscillazione continua tra crudezza e tenerezza, tra disagio e comicità involontaria. Zeldin è stato spesso definito il “Ken Loach del teatro” perché racconta la precarietà del lavoro, le diseguaglianze strutturali, la violenza economica, ma ci tiene a ribaltare la prospettiva ricordando che quello che mette in scena non è un margine, è la maggioranza, dal momento che un quarto della popolazione britannica vive sotto la soglia di povertà. 

La presenza dell’artista britannico a Parma non si limita al palco. Il regista sarà infatti ospite della seconda edizione delle Giornate d’Autore, che si tengono a Teatro Due tra 30 ottobre e 1° novembre. Dopo la replica del 31 ottobre incontrerà il pubblico per discutere i temi di Beyond Caring. Sabato 1° novembre sarà invece protagonista di un focus critico sulla sua intera produzione: in quella occasione verrà letta per la prima volta in Italia la sua pièce The Other Place, nella traduzione di Monica Capuani. La lettura è a cura di Nicoletta Robello con Luchino Giordana, Stefano Guerrieri, Irene Paloma Jona, Laura Mazzi, Elisabetta Mirra, Salvo Pappalardo, Francesca Tripaldi. 

 

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