- Data di pubblicazione
- 20/02/2024
- Ultima modifica
- 20/02/2024
La semplicità ingannata di Cuscunà
Il 24 febbraio al Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento
Marta Cuscunà, autrice e performer pluripremiata che fin dai suoi esordi, attraverso una trilogia sulle resistenze femminili, s’interroga su miti e utopie del presente con un linguaggio inconfondibile che uno spettacolo dopo l’altro sta rivoluzionando il teatro di figura italiano. Il suo La semplicità ingannata (satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne), che vedremo sabato 24 febbraio alle ore 21 al Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento (BO), nell’ambito della Stagione Agorà, è parte della trilogia che comprende È bello vivere liberi!, che valse a Cuscunà il Premio Scenario per Ustica 2009, e Sorry, boys.
La semplicità ingannata è liberamente ispirato alle opere di suor Arcangela Tarabotti e alla vicenda secentesca del monastero delle Clarisse di Udine, che attuarono una forma di “resistenza femminile” davvero unica che trasformò il convento in uno spazio di contestazione, libertà di pensiero e di dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile, con un fervore culturale impensabile per l’universo femminile dell’epoca. Monacate a forza da famiglie che così risparmiavano la dote, queste donne dal destino segnato cercarono la possibilità di farsi “coro” per cambiarlo.
“Questo spettacolo, come anche E’ bello vivere liberi! – spiega Cuscunà – implica l’elaborazione di una storia da una prospettiva prevalentemente storica e documentaristica a una visione più artistica e contemporanea, disposta a varcare i confini del conosciuto, del filologico, del politicamente corretto. La semplicità ingannata non è un documentario ma un progetto artistico dove il teatro è anche la possibilità di tradire il dato certo o quantomeno di considerare il dato certo come un punto di partenza, un trampolino per un racconto che abbia come soggetto principale la società e le donne e gli uomini che la compongono. La scrittura del testo si è rivelata un parto faticoso anche per il continuo presentarsi del “grande interrogativo”: fino a che punto è lecito elaborare i dati senza che questa operazione si trasformi in un mero tradimento della verità storica? In questo progetto ho cercato di elaborare alcuni lati della vicenda realmente accaduta con analogie che li rendessero più contemporanei e vicini a noi spettatori del ventunesimo secolo. Per questo ho cercato di fare in modo che concetti come “eresia”, “dote” assumessero anche significati altri, più ampi di quelli letterali e che la “monaca forzata” diventasse simbolo non esclusivo della condizione femminile nel suo complesso. Una condizione che ha ancora bisogno di riscatto. La semplicità ingannata parla del destino collettivo di generazioni di donne e della possibilità di farsi “coro” per cambiarlo”.
Lo spettacolo è una co-produzione Centrale Fies e Operaestate Festival Veneto, il disegno luci è di Claudio “Poldo” Parrino, mentre il disegno del suono è di Alessandro Sdrigotti.
Cuscunà incontra il pubblico mercoledì 21 febbraio 2024 alle ore 19 in via Polese 40, a Bologna, per Il Sofà di Agorà / Altre Velocità (ingresso libero).