- Data di pubblicazione
- 17/06/2021
- Ultima modifica
- 17/06/2021
La vita è sogno. L’ultimo atto del Passato Imminente di Lenz Fondazione
Dal 19 al 25 giugno all’Abbazia di Valserena
Con un monumentale allestimento del massimo capolavoro barocco di Calderón de la Barca, Lenz Fondazione conclude il progetto Il Passato Imminente ideato per Parma Capitale Italiana della Cultura 2021. Il viaggio nell’universo immaginifico del geniale drammaturgo spagnolo, le cui opere sono tra i capisaldi del canone occidentale, è cominciato ben quattro anni fa. Dopo gli autos sacramentales Il grande teatro del mondo (2018) e La vida es sueño (2019) allestiti negli spazi del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma e i tre soli Flowers like stars?, Hipógrifo violento e Altro stato (invitato alla Biennale Teatro di Venezia 2021) ambientati negli spazi di Lenz Teatro, arriva adesso al debutto La vita è sogno. Lo storico ensemble rileggerà la vicenda del Principe Sigismondo, condannato da un nefasto presagio astrale a una condizione di solitudine ed emarginazione, con una installazione performativa in scena dal 19 al 25 giugno nell’ambito del Festival Natura Dèi Teatri, ambientata nel suggestivo paesaggio rurale dell’Abbazia di Valserena, nota comunemente come Certosa di Paradigna, ex abbazia cistercense dalle forme gotiche e barocche fondata nel 1298, sede dal 2007 del CSAC – Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma.
Per l’atto conclusivo del progetto calderoniano, Maria Federica Maestri e Francesco Pititto hanno lavorato per mesi con alcuni utenti dei Gruppi di Automutuoaiuto e del SERD servizio dedicato alle dipendenze e giovani della Casa della Salute del Bambino e dell’Adolescente dell’AUSL di Parma e convocano adesso l’intero gruppo di attori sensibili con cui collaborano da anni, ovvero Barbara Voghera, Paolo Maccini, Carlotta Spaggiari, Tiziana Cappella. Questi ultimi saranno interpreti della creazione insieme a Sandra Soncini, Valentina Barbarini, Antonio Bocchi, ai performer adolescenti Lorenzo Davini, Daniel Gianlupi, Agata Pelosi, e ai cantanti Debora Tresanini (soprano), Eva Maria Ruggieri (contralto), Davide Zaccherini (tenore) impegnati nei corali e nelle arie della Passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach, in dialogo con il paesaggio sonoro creato dal compositore elettronico Claudio Rocchetti.
“Già negli autos – spiega Pititto, autore della drammaturgia e dell’imagoturgia – la presenza poetica delle figure del Povero e dell’Uomo prefiguravano il protagonista Sigismondo in duplice veste di uomo/bambino. Nel dramma, di nuovo, i temi dell’illusione, del tempo mortale ‘dalla culla alla tomba’ e del ‘libero arbitrio’ sono sviluppati secondo la visione privilegiata della sensibilità innocente, dell’atto non mediato, della parola che si presenta come suono ancor prima di definirsi nel senso”. “La trasposizione spaziale dei molteplici campi concettuali, emozionali, morali manifestati nella Fabbrica monumentale dell’Abbazia di Valserena darà volume plastico all’oscillazione drammaturgica tra realtà e sogno, tra libertà e costrizione, tra autodeterminazione e destino – aggiunge Maria Federica Maestri, responsabile di regia, installazione e costumi –. A interpretare la complessità dell’opera sono chiamati gli attori sensibili, le attrici storiche di Lenz e i performer bambini, guardiani di un perimetro estetico che reclama la bellezza fredda del margine, la potenza languida della perdita, la fisica secca del dolore. Attraverso le molteplici forme artistiche – installazioni, performance, videoproiezioni, drammaturgie musicali tra barocco, moderno e contemporaneo – questa dimensione perturbante, rumorosa, disorganica, scapigliata, si espanderà oltre i confini del soggetto e si trasfonderà in un nuovo tempo comune svincolato dalle convenzioni e dalle norme sociali, necessario ad immaginare, o a sognare, come nel caso del giovane protagonista, una possibile trasformazione poetica dell’identità collettiva”.