#laculturanonsiferma. Gli attori di ERT leggono Uno, nessuno e centomila di Pirandello

In otto appuntamenti, dal 21 al 24 e dal 26 al 29 aprile

21 aprile 2020

Bye Bye Novecento, s’intitolava, perché era una stagione concepita per riflettere sul rapporto del presente con l’ombra lunga del secolo passato, quella che ERT Fondazione ha dovuto lasciare a metà per la serrata dei teatri imposta dalle misure di contenimento del Coronavirus. Se le sale sono chiuse non si ferma però la voglia di continuare il viaggio cominciato intorno all’eredità del secolo breve, così dopo la lettura a puntate della Coscienza di Zeno del 1923 e delle Tigri di Mompracem del 1900, ERT propone adesso la lettura integrale di Uno, nessuno e centomila, il romanzo più noto dello scrittore e drammaturgo italiano, premio Nobel per la Letteratura nel 1934, Luigi Pirandello.

Otto le puntate in programma, come i libri che compongono l’opera affidata alle voci di attori e attrici della Compagnia permanente di ERT Fondazione, Daniele Cavone Felicioni, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Michele Lisi, Diana Manea, Paolo Minnielli, Maria Vittoria Scarlattei, Jacopo Trebbi. Gli appuntamenti andranno in onda nel nostro cartellone #laculturanonsiferma dal 21 al 24 e dal 26 al 29 aprile alle 18.30 su Lepida Tv e sul portale Spettacolo/Emilia Romagna Creativa (e ogni giorno dalle 18:30 sulla pagina Facebook Cultura Emilia Romagna @EmiliaRomagnacreativa ).

Il teatro prosegue attraverso il romanzo, insomma, ed è il direttore di ERT Claudio Longhi a spiegarne le ragioni: “Tenendo fede alla sua missione di “teatro pubblico” regionale e nazionale, in questo difficile tempo di sospensione e inquietudine che ci costringe all’isolamento forzato, la Fondazione – nell’impossibilità di accogliere i propri spettatori nelle sue sale dando vita alla festa teatrale – non rinuncia alla sua natura di luogo di incontro, di condivisione, di conoscenza e di esperienza e, non potendo proporre spettacoli, grazie al lavoro della sua compagnia permanente di attori lo fa, senza tentare di evocare un teatro che per ora non può darsi, perseverando sulla grande scena del web nell’esplorazione del romanzo: genere orale e dialogico per eccellenza, non solo perché la sua scrittura altro non è che la registrazione della polifonia della vita, ma perché il romanzo nasce come genere destinato alla lettura ad alta voce davanti ad una comunità”.

Asse portante di questo nuovo ciclo di letture è proprio uno dei temi più tipici del secolo scorso, quello della frantumazione dell’io, la crisi dell’individuo nel suo rapporto con la propria identità e con la realtà oggettiva. Questioni centralissime nell’opera di Pirandello, che hanno pervaso tutte le sue produzioni letterarie dai romanzi, alle novelle al teatro. Pubblicato a puntate sulla Fiera Letteraria e poi in volume dall’editore Bemporad nel 1926, Uno, nessuno e centomila è in effetti quasi un’opera testamentaria in cui si annidano, per frammenti, tutti gli elementi della sua poetica, e in particolare quel suo tipico sentimento “umoristico” della realtà analizzato anche in un celeberrimo saggio: il sentimento del contrario che smaschera la sofferenza intercettandola nelle sfasature del reale. “Qui c’è la sintesi completa di tutto ciò che ho fatto e che farò” ebbe a dichiarare lo stesso Pirandello a proposito dell’illusorietà del reale che lui è riuscito come pochi altri autori a raccontare.

Protagonista del romanzo è Vitangelo Moscarda, una tra le varie, indimenticabili figure di “dimissionari della storia” che popolano l’affresco umano pirandelliano. Chiamato Gengè dalla moglie, Moscarda vive di rendita grazie alla banca ereditata dal padre. Ma un giorno la sua ordinarietà viene sconvolta da un’osservazione della moglie, che gli fa notare un piccolo difetto del naso, una pendenza da un lato di cui lui non si era mai accorto. Questa osservazione, che denuncia una asimmetria totale tra la sua percezione di sé e quella altrui, scatena nel protagonista una reazione abnorme, una crisi di identità totale che lo porterà a sconvolgere la sua intera vita fino al superamento di ogni rapporto convenzionale con gli altri e con la propria stessa identità, riconosciuta ora come maschera mutevole.

 

Programma delle letture:

LIBRO PRIMO letto da Jacopo Trebbi

LIBRO SECONDO letto da Maria Vittoria Scarlattei

LIBRO TERZO letto da Paolo Minnielli

LIBRO QUARTO letto da Diana Manea

LIBRO QUINTO letto da Michele Lisi

LIBRO SESTO letto da Simone Francia

LIBRO SETTIMO letto da Michele Dell’Utri

LIBRO OTTAVO letto da Daniele Cavone Felicioni