#laculturanonsiferma. Le donne, i cavalier, l’arme e gli amori. Lino Guanciale recita Orlando Furioso
Il suo volto è tra i più noti e amati della tv dell’ultimo decennio, ma chi ne segue le peripezie artistiche anche fuori dal piccolo schermo sa che Lino Guanciale è un divo che nasce dal teatro e al teatro torna ogni volta che può. Abruzzese d’origine ma emiliano-romagnolo per adozione artistica, in questi giorni di lockdown, Guanciale omaggia gli spettatori della regione con un doppio reading (da 30 minuti ciascuno) frutto di una collaborazione tra la Regione ed ERT, che sarà trasmesso in esclusiva su Lepida Tv ed EmiliaRomagnaCreativa (su questa pagina), per il cartellone #laculturanonsiferma.
L’attore si avventura infatti in un percorso di lettura attraverso alcuni tesori nascosti della più importante opera di Ludovico Ariosto, autore emiliano (nato a Reggio Emilia), ovvero l’Orlando Furioso, grande metafora della nostra incessante ricerca del desiderio, colonna della nostra cultura, poema labirintico con una scrittura “dal movimento errante”, come la definiva Italo Calvino.
Si parte sabato 21 marzo alle 21, quando l’attore leggerà l’episodio dei due fanti saraceni Cloridano e Medoro, penetrati nelle linee nemiche per recuperare il corpo del re Dardinello; segue poi nel racconto l’arrivo di Angelica, il soccorso a Medoro, il fiorire del loro amore, la tentata fuga verso la Spagna, la scoperta da parte di Orlando dell’unione dei due e il dolore del tradimento che gli farà perdere la ragione.
Domenica 22 marzo, sempre alle 21, seguiamo invece Orlando lanciato alla forsennata ricerca di Angelica. La voce di Lino Guanciale ci accompagnerà col protagonista dentro un meraviglioso castello, ennesimo incanto del perfido mago Atlante di Carena, che imprigiona i cavalieri facendo loro credere che tra le mura si celi quel che loro cercano. Scopriremo poi che come una novella Arianna, la bella Olimpia ha salvato l’amato Bireno, che sulla via della fuga l’abbandona a un pianto disperato. Ascolteremo Ricciardetto, fratello e sosia di Bradamante, raccontare l’incontro di questo con la principessa Fiordispina, che egli stesso cerca di sedurre. Si concluderà infine con il sanguinoso assedio dei mori alla Parigi di Carlo Magno, folgorante allegoria della minaccia turca sul Mediterraneo e della Guerra santa tra cristiani e saraceni.
Attore diplomato all’Accademia Silvio d’Amico di Roma, Lino Gunciale ha recitato per maestri come Luca Ronconi, Gigi Proietti, Pappi Corsicato, Renato De Maria e i fratelli Taviani, fino ad approdare a un sodalizio che ne ha incardinato la visione artistica dentro una cornice “brechtiana”, profondamente politica e pedagogica. Insieme ai compagni della compagnia di ERT Fondazione diretta da Claudio Longhi, infatti, da circa quindici anni porta il teatro fuori dalle mura, esplora testi classici e moderni, attraversando, città, scuole, piazze e luoghi d’incontro di ogni sorta per ricostruire intorno all’antica arte della scena e della dialettica un tessuto sociale più unito, coeso, ricco. Per rifare comunità, insomma. Tra una fiction e l’altra (quasi sempre record di ascolti), e tra un premio e l’altro che ne hanno coronato il percorso anche nel mondo della ricerca teatrale, di recente lo abbiamo visto ancora protagonista sui palcoscenici della regione (e poi del resto d’Italia) con La classe operaia non va in paradiso, in una versione teatrale del film di Petri diretta da Longhi, con Guanciale nel mitico ruolo (che fu di Gian Maria Volonté) dell’operaio Lulù Massa. Ultima in ordine di tempo è invece la sua prima prova di regia, su Nozze di Canetti, con un gruppo di attrici e attori neo-diplomati proprio alla scuola Iolanda Gazzerro di ERT.
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- Data di pubblicazione
- 21/03/2020
- Ultima modifica
- 23/03/2020