- Data di pubblicazione
- 15/04/2020
- Ultima modifica
- 15/04/2020
#laculturanonsiferma. L’incredibile storia di Mr Peanut: un video dall’Odin Teatret
Il 15 aprile su Lepida Tv ed Emilia Romagna Creativa
Saluta Bologna in video standosene felicemente immerso nel primo sole di primavera, Eugenio Barba. Un sole che nutre e dà piacere – spiega – perché ricorda tutte le cose belle che si sono attraversate negli anni. E di meraviglie ne ha fatte e ispirate davvero molte lui, tra i più grandi maestri occidentali (l’ultimo vivente forse, insieme a Peter Brook), nei cinquantasei anni di attività dell’Odin Teatret.
I suoi saluti introducono un video di Claudio Coloberti prodotto da Odin Teatret – Nordisk Teaterlaboratorium che Lepida Tv ed Emilia Romagna Creativa trasmetteranno il 15 aprile per la #culturanonsiferma. Il docufilm, dedicato a Marco Donati, s’intola Mr Peanut, un personaggio che non può morire, e racconta l’originale vicenda di una figura archetipica dell’Odin nata nel 1976, un personaggio con la testa a forma di teschio che ha partecipato a molte delle esibizioni della compagnia, dalle parate di strada ai grandi spettacoli.
Attraverso la voce narrante di Julia Varley, attrice storica dell’Odin, Mr Peanut rivela il suo segreto: non può morire, si trasforma solamente. Le immagini che scorrono documentano infatti le sue continue mutazioni con balli, poesie, foto e film che evocano incontri, viaggi, avventure e paesaggi della sua lunga vita trascorsa in giro per i Cinque Continenti, dalla Berlino divisa dal Muro alla New York di quando ancora c’erano le Torri Gemelle. Una storia dell’Odin vista attraverso un personaggio di fantasia, insomma.
Regista e teorico teatrale di origini pugliesi, Barba ha mosso i suoi primi passi teatrali in un altro straordinario laboratorio artistico che ha fatto la storia del Novecento, quello del regista polacco Jerzy Grotowsy, di cui è stato assistente e al cui lavoro si è ispirato per fondare (nel 1964 a Oslo) la sua compagnia, l’Odin Teatret appunto, per la quale mise insieme un gruppo di giovani rifiutati dalla scuola di teatro, coi quali cominciare un apprendistato autodidatta e fondare un teatro diverso da quello diffuso nella cultura teatrale del tempo, e dunque né di tradizione né di avanguardia. Un teatro, come scriverà lo stesso Barba nel Manifesto del Terzo Teatro, che vive fuori dai centri della cultura, fondato su un training quotidiano rigorosissimo e fatto da attori che “sperimentano il teatro come un ponte – sempre minacciato – fra l’affermazione dei propri bisogni personali e l’esigenza di contagiare con essi la realtà che li circonda”.
Il confronto tra le diverse culture, l’approfondimento del lavoro dell’attore secondo una prospettiva antropologica delle tecniche performative, lo svincolamento dai tempi e della produzione di uno spettacolo, la creazione di spettacoli basati su situazioni archetipiche e riconoscibili da tutte le generazioni in qualsiasi luogo del pianeta, sono i caratteri principali di una ricerca che ha letteralmente rivoluzionato la cultura teatrale, innestandosi in modo originale in quel varco aperto da Grotowski che primo tra tutti ha orientato il suo fare teatro verso l’allenamento dell’uomo, prima ancora che dell’attore.
Dal 1965 l’Odin ha fissato la propria sede in Danimarca, a Hostelbro, dove da oltre cinquant’anni opera attraverso progetti, incontri, seminari e laboratori. Il loro teatro è ancora oggi una Mecca per migliaia di studiosi e teatranti che continuano a nutrirsi delle ricerche prodotte dal gruppo, oltre che dei numerosi scritti teorici di Barba.
Il video in programma nel nostro cartellone è un vero e proprio cameo, attraverso il quale rendiamo omaggio a un pezzo di storia del teatro e della cultura mondiale che in Emilia-Romagna ha lasciato tracce indelebili. A Bologna, infatti, Eugenio Barba è di casa fin dagli anni Settanta, quando ne hanno accolto e accompagnato le ricerche due importanti ambienti. Le sue ricerche innovative sull’antropologia teatrale e sulla possibilità di intercettare caratteri umani pre-espressivi, universali, hanno ispirato e si sono intrecciati infatti agli studi altrettanto innovativi portati avanti a cominciare da quegli stessi anni nel fertilissimo ambiente del DAMS di Bologna, che a Barba nel 1998 conferì anche la Laurea Honoris Causa. L’altra casa bolognese del regista è invece il Teatro Ridotto di Lavino di Mezzo fondato da Renzo Filippetti e Lina Della Rocca. Con loro l’Odin ha organizzato la VII sessione della Scuola internazionale di antropologia teatrale (Ista) e una sessione dell’Università del Teatro Eurasiano negli anni ‘90. Di Filippetti, scomparso da poco per via della sclerosi multipla con cui combatteva da tempo, risuonano più che mai le parole con cui ha raccontato negli ultimi anni il suo rapporto con con l’eredità straordinaria ricevuta dai maestri Barba e Grotowsi: “Il Terzo Teatro non è finito: è un bisogno, nasce da un desiderio, che probabilmente è quello di scoprire un luogo che non esiste”.