L’altro suono. In scena Obermaier e Capossela

Al Comunale di Modena il 14 e 15 maggio e il 1° giugno

12 maggio 2022

Prosegue il viaggio crossover de L’Altro Suono, la rassegna organizzata dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena che mescola generi, stili e culture musicali. Tre i nuovi appuntamenti in programma, che arrivano in appendice al cartellone partito ad aprile.

Il 14 maggio alle 17.30 al Ridotto del Teatro si terrà, quale incontro collaterale al festival per la serie Dentro le Note, un appuntamento aperto al pubblico dal titolo Il mio paese dentro di me. Curato in collaborazione con il Centro Stranieri del Comune di Modena, UniMoRe e associazione Magica Pysanka, l’evento ospita la testimonianza di quattro donne, tre ucraine e una polacca, Viktoria Boychuk, Halyna Hevko, Inna Kolodii e Barbara Poplawska: vite parallele e destini diversi, coraggio e timori in bilico tra ricordi e futuro, racconti come simbolo di fertilità creativa e di ritorno alla vita, anche in riferimento all’attuale conflitto. I testi sono di Elena Bellei e Tiziana Verde, al pianoforte Emma Lolli.

Il 15 maggio alle 20.30, nel contesto di Modena città UNESCO delle media arts, si terrà invece The body talks, the face screams, the visuals sound and the voice cracks (Il corpo parla, la faccia urla, le immagini suonano e la voce stride), una performance audiovisiva dell’artista multimediale Klaus Obermaier, interprete di una nuova creazione immersiva in prima assoluta realizzata attraverso l’interazione dal vivo fra suono, movimento, gesto, voce e immagini. La realizzazione musicale è infatti il risultato di un sistema che utilizza componenti diversi come sintetizzatori e generatori sonori di varia natura.

Il 1° giugno alle 21 il Festival ospiterà invece Vinicio Capossela con il suo Round one thirty five 1990 – 2020. Personal Standards, un concerto che ripercorre i brani celebri dei suoi primi album diventati cult. Con lui gli storici collaboratori Giancarlo Bianchetti, Enrico Lazzarini e Antonio Marangolo che dei primi tre dischi aveva curato gli arrangiamenti, a partire da quel “All’una e trentacinque circa” a cui il titolo del concerto si richiama.