- Data di pubblicazione
- 18/02/2025
- Ultima modifica
- 18/02/2025
Le serve di Genet. Intervista a Veronica Cruciani e a Eva Robin's
Il 20 febbraio a Novellara, il 27 febbraio a Mirandola e il 3 marzo a Busseto
La storia che ispirò l’opera era legata a un fatto di cronaca che scosse l’opinione pubblica negli anni Trenta: due giovani sorelle a servizio presso una famiglia borghese, dopo un un rimprovero per un banale incidente, massacrarono madre e figlia. Da quel rapporto serva-padrona, che interessò anche Lacan per i suoi studi sulla paranoia, Jean Genet trasse uno dei suoi massimi capolavori teatrali, Le Serve, scritto nel 1946. Protagoniste del testo – un atto unico – due bonnes (serve appunto), Claire e Solange, che allo stesso tempo amano e odiano la loro padrona, Madame, e che hanno denunciato il suo amante con delle lettere anonime. Venendo a sapere che l’amante sarà rilasciato per mancanza di prove, e che il loro tradimento sarà scoperto, tentano di assassinare Madame, falliscono, vogliono uccidersi a vicenda; una di esse si dà la morte.
Lo spettacolo è andato in scena in prima assoluta all’Arena del Sole di Bologna nel febbraio 2024 e in questa occasione abbiamo realizzato lo speciale che vi proponiamo.
Lo si vedrà nuovamente in tournée il 20 marzo, alle 20:45, al Teatro della Rocca di Novellara, il 27 febbraio, alle 21.00, all’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola e il 3 marzo, alle 21.00, al Teatro Verdi di Busseto.
Il testo ruota attorno al crudele gioco delle parti delle due ragazze, che a turno recitano la parte della signora, indossandone vestiti e atteggiamenti, esprimendo così allo stesso tempo il loro odio e il loro desiderio di essere lei. Un gioco che Veronica Cruciani, regista e autrice di un nuovo adattamento del testo (tradotto da Monica Capuani) co-prodotto da ERT/Teatro Nazionale, descrive come “una fallimentare ripetizione magica, il riflesso deformato del mondo dei padroni, che le serve adorano, imitano, disprezzano”.
A dare vita e corpo a questo perverso rituale sono Eva Robin’s, icona pop del transgender, nel ruolo di Madame, e due attrici cresciute alla Scuola dello Stabile di Torino: Beatrice Vecchione – già diretta da Malosti, Martone e Muscato – e Matilde Vigna, Premio Ubu come Migliore attrice Under 35 e finalista 2022 per il Miglior nuovo testo italiano con Una riga al piano di sopra.