Le Vie dell’Amicizia, da Ravenna a Kiev

Il 3 luglio a Ravenna il concerto diretto da Riccardo Muti

02 luglio 2018

È dal 1997, anno del primo storico concerto a Sarajevo, che il percorso di  Ravenna Festival si intreccia a quello de Le Vie dell’Amicizia, uno straordinario progetto di pellegrinaggi artistici che gettano ponti di fratellanza con luoghi feriti di tutto il mondo, attraverso il linguaggio universale della musica. A guidare questi viaggi è da sempre Riccardo Muti, con formazioni eccellenti come il Coro e l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino, i “Musicians of Europe United”, formazione costituita dalle prime parti delle più importanti orchestre europee, e l’Orchestra Cherubini. Orchestre e cori che di volta in volta hanno accolto tra le proprie fila i musicisti locali, dando vita a concerti indimenticabili in luoghi simbolo della storia antica e contemporanea come Beirut, Gerusalemme, Mosca, Erevan e Istanbul, New York, Il Cairo, Damasco, Nairobi, Mirandola, Redipuglia, Otranto, Tokyo. Nel 2017 Ravenna Festival ha raggiunto l’antica Persia.

Quest’anno, per la  XXIX edizione della rassegna (1 giugno-22 luglio), la geografia delle Vie dell’amicizia si arricchisce di una tappa preziosa, sbarcando a Kiev. Il Maestro Muti dirige infatti l’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina e l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini in un doppio concerto che unisce Ravenna a una delle più antiche città dell’Est Europa, il cuore più profondo dell’universo slavo, provato dagli eventi della storia, ma denso di tradizioni millenarie. Il concerto è andato in scena sotto le cupole dorate della Cattedrale di Santa Sofia il 1 luglio, proprio nelle stesse ore in cui a Ravenna Festival è arrivata una targa premio da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A Ravenna il concerto è in programma il 3 luglio, ore 21.00, al Palazzo Mauro de André. E insieme ai musicisti italiani e a quelli della capitale ucraina si potranno ammirare anche i giovani artisti di Mariupol’, città portuale dell’Ucraina sudorientale, teatro quotidiano di conflitti cruenti. Se il filo rosso che attraversa Ravenna Festival è il sogno più grande di sempre, quel “We have a dream”di Martin Luter King, simbolo della lotta per i diritti civili, a declinarlo, in ciascun appuntamento della rassegna, è sempre e solo il linguaggio dell’arte. Quel sogno risuonerà infatti, il 3 luglio, nell’anelito alla giustizia e all’uguaglianza dei popoli che attraversa le parole di Abramo Lincoln, altra icona della lotta per la libertà e la democrazia, cucite nella musica di Copland dalla voce recitante di John Malkovich, e nella spiritualità laica che caratterizza il Nabucco, lo Stabat Mater e il Te deum di Giuseppe Verdi.