Le Vie dell'amicizia da Ravenna a Lampedusa con i concerti del Maestro Muti e lo spettacolo dedicato a Samia Yusuf Omar

Il 7 luglio il primo dei concerti diretti da Muti, l'8 luglio il debutto di Non dirmi che hai paura

06 luglio 2024

Il Maestro Riccardo Muti torna alla guida della sua Orchestra Cherubini  per l’appuntamento con la XXVIII edizione de Le vie dell’Amicizia, con due concerti a Ravenna e a Lampedusa, quest’anno in memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Il progetto dell’Amicizia si completa con Non dirmi che hai paura, nuovo spettacolo sull’atleta somala Samia Yusuf Omar, anche lei vittima della tragedia dei migranti.

Nun ti scantari, nun ti scantari: “non ti spaventare”, canta la madre al figlio che muore sulla croce, “sei sempre il mio piccolino e ti tengo stretto nelle mie braccia”. Sono alcuni dei versi di Filippo Arriva in dialetto siciliano su cui Giovanni Sollima ha composto lo struggente Stabat Mater che Riccardo Muti dirigerà per la  facendo di quelle note e parole di amore e dolore l’eco di ogni sofferenza che si consuma fra le onde del Mediterraneo. Domenica 7 luglio, alle 21 al Pala De André, il concerto diretto da Muti dedicato a coloro che hanno perso la vita in fuga da guerra, povertà e carestie – e dal viaggio a Lampedusa, nel cui Teatro naturale della cava sarà proposto lo stesso concerto (9 luglio). Accanto allo Stabat Mater, il programma musicale include Līmen | Samia | līmen, composizione elettroacustica di Alessandro Baldessari, e una selezione di ninne nanne e canti migranti. Oltre all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, sono in scena lo stesso Sollima al violoncello, il controtenore Nicolò Balducci, Lina Gervasi al Theremin, il Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini preparato dal maestro Lorenzo Donati e il Coro a Coro diretto da Rachele Andrioli.

Il concerto a Ravenna sarà filmato da RAI Cultura, che lo integrerà con immagini da Lampedusa per poi trasmetterlo sulla prima rete il prossimo 8 agosto.

L’8 luglio al Teatro Alighieri,  andrà in scena in prima assoluta Non dirmi che hai paura, dedicato a Samia Yusuf Omar, l’atleta non conquista nessun podio alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 – in gara arriva ultima – ma diventa simbolo di riscatto e libertà per le donne di un Paese sempre più dominato dall’integralismo religioso.  La storia della velocista somala che Giuseppe Catozzella ha raccontato nel romanzo vincitore Premio Strega Giovani nel 2014 diventa ora un’opera teatrale musicale. Da un’idea di Giorgia Massaro, con la regia di Laura Ruocco, la supervisione all’adattamento di Catozzella e la supervisione artistica di Ivan Stefanutti, Non dirmi che hai paura accosta composizioni originali di Alessandro Baldessari a musiche di Peter Gabriel e Jill Gabriel, eseguite su licenza di Real World Music Ltd e arrangiate dallo stesso Baldessari. Avvalendosi anche di coreografie di Giulio Benvenuti e testimonianze video (incluse quelle di atleti rappresentanti del Programma Olimpico per i Rifugiati), Non dirmi che hai paura restituisce voce a Samia e al suo desiderio di raggiungere l’Europa per continuare ad allenarsi per Londra 2012, un sogno su cui si sono chiuse le acque del Mediterraneo.

“Per me la storia di Samia è un volo – scrive Laura Ruocco nelle note di regia – Non solo per il suo sport, la corsa; ma soprattutto per la sensazione di determinazione e libertà che si respira dalla personalità di questa giovane ragazza somala. È aria, velocità, gioco, libertà appunto, ma anche lavoro, disciplina, sudore. Eccolo, per me, il fulcro della sua storia ed ecco il senso dello spettacolo. (…) Perché in fondo, noi tutti siamo Samia. Noi tutti siamo un concentrato di affetti, di passioni da alimentare, di speranze per cui lottare, di viaggi da intraprendere. Non vorrei portare in scena uno spettacolo sul tema dell’immigrazione, ma uno spettacolo su una giovane e bravissima atleta costretta ad emigrare.” 

Lo spettacolo chiude Le vie dell’Amicizia: quest’anno lo speciale progetto di Ravenna Festival, che dal 1997 disegna ponti di fratellanza e promuove il dialogo attraverso il linguaggio universale della musica, è infatti dedicato al dramma dei migranti. Non dirmi che hai paura è possibile grazie al sostegno di Reclam Edizioni e Comunicazione.