- Data di pubblicazione
- 13/07/2023
- Ultima modifica
- 13/07/2023
Il linguaggio degli oggetti. Uno spettacolo di Ateliersi ispirato all’opera di Del Giudice
Il 19 luglio al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna
È stato uno degli scrittori che più hanno sperimentato sul linguaggio letterario, Daniele Del Giudice, un autore che della descrizione di oggetti e gesti, e dunque di una visione nitida e profonda, ha fatto la sua inconfondibile poetica. Esattamente come quando nel 1996, per la diciannovesima Triennale di Milano, ha realizzato un’opera installativa a partire dal tracciato radar dell’evento di Ustica, ovvero del DC-9 Itavia inabissatosi il 27 giugno 1980 nelle acque tra Ponza e Ustica, a cui già aveva dedicato il testo Unreported inbound Palermo. “Il tracciato radar dell’evento di Ustica è un accadimento del passato che continua a essere presente, come ogni passato irrisolto e insepolto”, aveva scritto in quella occasione. E quel tracciato lo aveva inserito in una composizione di altri oggetti che hanno segnato il passaggio tra XX e XXI secolo: moduli e poesie, tracciati, cose non-cose, macchine del tempo, oggetti da esposizione involontari. A quell’opera e a quel modo di fare i conti con la lingua, si ispira adesso Ateliersi per Il linguaggio degli oggetti, una nuova creazione, che andrà in scena il 19 luglio alle 21.15 proprio al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna, nell’ambito della rassegna Attorno al Museo.
Lo spettacolo è una composizione per parole e sguardi sull’opera di Del Giudice, un’esperienza immaginativa composta a partire dalla scrittura dell’autore, e da un concerto di sguardi che si manifesta su palco entrando in risonanza con le sue parole. Nel dare vita alla propria opera, Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi custodiscono la potenza e la delicatezza del gesto che ha portato l’Associazione Parenti delle Vittime a consegnare allo scrittore il tracciato radar, e costruiscono uno spettacolo incentrato su quelle forme descrittive che lo stesso Del Giudice riconosce capaci di “dar conto del fatto che tra osservatore e cosa osservata c’è indistinguibilità e reversibilità”. Un’alchimia che si ritrova in tutte le opere dello scrittore, Premio Campiello alla carriera nel 2021 (poco prima della sua scomparsa), come in Staccando l’ombra da terra, un romanzo del 1994, o meglio una raccolta di racconti, di cui fa parte anche Unreported inbound Palermo, che hanno come tema il volo e in cui il pilota, cioè lui stesso – che il brevetto lo aveva preso davvero -, l’aereo e i cieli attraversati si fondono in una voce sola. I due autori di Ateliersi, che hanno già affrontato la Strage di Ustica con lo spettacolo De Facto e con il libro Il segno di Ustica, si immergono in questa occasione nella relazione poetica che lo scrittore instaura con gli elementi del reale, un rapporto del tutto originale con gli oggetti in cui si arriva a prefigurare un mondo in cui le cose spariscono sostituite dalle loro immagini.