- Data di pubblicazione
- 28/11/2024
- Ultima modifica
- 28/11/2024
Matteotti (Anatomia di un Fascismo). A Casalecchio il nuovo spettacolo di Stefano Massini
Il 29 novembre al Laura Betti di Casalecchio
Il punto di partenza sono le testimonianze di chi c’era, di chi ha visto e non si è tirato indietro. Così Stefano Massini, autore e regista, tra le voci più note della scena italiana (ma anche della tv grazie ai suoi monologhi civili su La7), nel suo ultimo testo per il teatro racconta la storia di Giacomo Matteotti, nel centenario dell’assassinio dell’onorevole avvenuto per mano fascista il 10 giugno 1924. Matteotti (Anatomia di un Fascismo) si vedrà in prima regionale il 29 novembre al Teatro Laura Betti di Casalecchio, nell’ambito della stagione multidisciplinare a cura di ATER Fondazione e della rassegna Politicamente scorretto organizzata dal Comune. Protagonisti sono Ottavia Piccolo, grande interprete già impegnata in passato in testi di impegno civile scritti da Massini, e i Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo.
Muovendo da un momento specifico, le quattro e mezza del pomeriggio del 10 giugno 1924, quando alcuni testimoni dichiarano di aver assistito a una colluttazione all’interno di una vettura e di aver visto espellere quello che sarà riconosciuto essere il tesserino del deputato on. Giacomo Matteotti, lo spettacolo ripercorre l’ascesa e l’affermazione di quel fenomeno eversivo che Matteotti seppe comprendere, fin dall’inizio, in tutta la sua estrema gravità, a differenza di molti che non videro o non vollero vedere. “Il pericolo più grande, la malattia che fa morire un uomo è quella che non senti crescere, perché il fascismo ha assoluto bisogno di sentirsi in pericolo, di attaccare per non essere attaccato”, disse in uno dei suoi più celebri discorsi.
“Matteotti (anatomia di un fascismo) – scrive Sandra Mangini, regista dello spettacolo – è un racconto popolare contemporaneo che indaga sul fenomeno fascista, mettendo a fuoco una serie di elementi cruciali e caratterizzanti, il cui esito finale (l’eliminazione violenta del corpo dell’oppositore, quale soggetto rivelatore della realtà dei fatti), corrisponde del tutto alla sua vera natura originaria, al suo inizio. La persistenza di questo stesso fenomeno, nel tempo e nello spazio, in forme vecchie e nuove, ci porta a considerare quanto sia indispensabile, oggi più che mai, occuparsi della cosa pubblica, del bene pubblico, guidati da un pensiero costruttivo, legalitario, partecipativo, paritario, realistico, competente, attraverso atti e parole chiare, come quelle di Giacomo Matteotti e di sua moglie Velia.”.