Musica di Pace. Il Requiem di Mozart alla Cappella Musicale Arcivescovile dei Servi

Il 24 marzo a Bologna

22 marzo 2022

 Musica e musicisti come messaggeri di pace. Il 24 marzo alle 21, la magnifica Cappella Musicale Arcivescovile dei Servi di Bologna, dove risuonano note e voci fin dal lontanissimo trecento, e che vanta un organo meccanico (del 1967) con tre tastiere, 60 registri reali e 5.000 canne, accoglierà un concerto per la pace che coinvolge musicisti ucraini e russi e raccoglie fondi per aiutare la popolazione ucraina. Come di consueto nell’attività di Musica ai Servi, il Coro e gli Strumentisti della Cappella sono diretti dal maestro Lorenzo Bizzarri, mentre all’organo siede il maestro Roberto Cavrini. Eccezionalmente, invece, la scelta dei solisti è ricaduta appunto su artisti delle nazionalità coinvolte nel conflitto: sono russe il soprano Maria Komarova, che in Italia collabora, tra gli altri, con il Pavarotti di Modena, il Coccia di Novara, il Regio di Parma, e il contralto Taisiya Korobetskaya, dal 2016 iscritta all’Accademia lirica di Osimo, dove prosegue nello studio del repertorio. Ucraini invece il tenore Vitaliy Kovalchuk, che ha all’attivo ruoli importanti come Turiddu (al Goldoni di Livorno nel 2015) e Pinkerton (al Teatro Teatini di Piacenza nella stagione 2015-16), e il basso Emil Abdullaiev, che dal 2020 fa parte dell’Accademia verdiana al Regio di Parma e ha già cantato in oltre trenta ruoli.

In programma c’è una delle pagine più rappresentative del repertorio del Coro e dell’Orchestra della Cappella, il Requiem di Mozart, l’ultima composizione del compositore austriaco, rimasta incompiuta per la morte dell’autore nel 1791. Attorno alla mancata conclusione del Requiem aleggiano leggende affascinanti. Di fatto, a completarla furono tre dei suoi allievi che tentarono di avvicinarsi il più possibile agli interventi originari, Franz Xavier Süssmayr, Franz Jakob Freystädtler, Joseph Eybler, ma pare che accanto al manoscritto originale conservato presso la Biblioteca di Stato di Vienna, abbiano potuto avvalersi anche di decine di spartiti rinvenuti sulla scrivania di Mozart dalla vedova.

Mentre i solisti sono i tipici, soprano, contralto o mezzosoprano, tenore e basso, gli strumentisti sono quelli che l’autore ha scelto con la consueta autonomia. L’opera comprende infatti archi, timpani e organo ma dal gruppo dei fiati trattiene solo due corni di bassetto, due fagotti, due trombe e tre tromboni (dunque escludendo flauti, oboi, clarinetti, corni). Tra i brani più celebri spicca il Lacrimosa, un banco di prova storicamente importante per i direttori d’orchestra per l’effetto di pianto trattenuto prodotto nella partitura.