- Data di pubblicazione
- 22/07/2019
- Ultima modifica
- 29/07/2019
Musiche dal mondo: nove anni di (s)Nodi
Al Museo della Musica di Bologna dal 23 luglio al 17 settembre
Girare il mondo senza allontanarsi da Bologna. Potere della musica più bella del mondo, e di (s)Nodi che la porta in città. Anche quest’anno il festival del Museo internazionale e biblioteca della musica fa incrociare musiche “inconsuete” provenienti da ogni angolo della terra. La nona edizione della rassegna illumina i martedì d’estate con un giro in otto tappe che attraversa tutti i continenti e porta nella Città Creativa della Musica UNESCO atmosfere, colori e strumenti del tutto diversi, volando dall’America all’Africa, dall’Asia al Medio Oriente all’Europa, a caccia di suoni da scoprire e di contaminazioni inattese.
Si parte dall’oriente, il 23 luglio, con le Musiche dalle Vie della Seta che fanno incontrare grandi interpreti italiani delle musiche tradizionali dell’Asia Centrale e il musicista kurdo iraniano Siamak Guran, virtuoso del tambûr, il liuto a tre corde tipico della tradizione preislamica dello Yarsan. Con un triplo salto carpiato il 30 luglio si approda nel Salento di Mala Agapi, per ascoltare le originalissime ballate del gruppo, che mescola ritmiche della tradizione mediterranea e melodie nuove, per promuovere la lingua greco-salentina. Il 6 agosto si parte invece per un tour con Sulle Orme di Django su The Road of Gypsies, a bordo di un carrozzone romanì, alla scoperta delle diverse culture musicali che portarono negli anni ‘30 alla nascita del manouche, jazz popolare reso celebre da Django Reinhardt. Ancora sapore mediterraneo, il 13 agosto, con il racconto sonoro Il Mare che Canta, in cui i cinque giovani polistrumentisti dell’Ensemble Terra Mater raccontano il dialogo fra i popoli che si affacciano sull’acqua, riproponendo musiche e canti di tradizioni varie, dal canto sefardita alla ballata macedone, dalla lauda italiana ai ritmi della musica araba. Dal continente americano arrivano invece, il 20 agosto, i suoni della Panaemiliana che accosta il son cubano al valzer musette, il jazz alla musica folk italiana ed europea. E mentre la rotta africana conduce il 27 agosto a un incontro tra i canti in tigrino e le sonorità del krar del musicista eritreo Mihretu Ghide e l’elettroacustica del duo world/dub salentino Panacea, e il 10 settembre al Cinco Letras (Kaira project) con il griot gambiano Moro Kanuteh a raccontare storie di amicizia, amore, gioia e lotta e riscatto, la tappa brasiliana del 3 settembre regala un incontro tra Àrduo, Rocco Papia e Alberto Capelli, che fondono chitarra 7 corde brasiliana e chitarra flamenca, per uscire dai canoni del world-jazz.
Una nona tappa arricchisce il viaggio di quest’anno. Il 17 settembre, infatti, la rassegna si chiude con un appuntamento d’eccezione, organizzato con il Museo Ebraico di Bologna in occasione della mostra LA CASA DELLA VITA. Ori e Storie intorno all’antico cimitero ebraico di Bologna. È il concerto Sarajevo, chico Yerushalaim con l’hazzam Asher Alkalay, cantore della sinagoga di Belgrado Sukat Shalom, accompagnato da Yefira, gruppo nato dall’incontro tra il cantante e polistrumentista italo/serbo/greco Aleksandar Sasha Karlic e un gruppo composto da musicisti specializzati nelle musiche dell’Est Europa e del Medio Oriente.
(s)Nodi fa parte di Be Here-Bologna Estate 2019