- Data di pubblicazione
- 18/05/2022
- Ultima modifica
- 18/05/2022
My Body trio. Stefania Tansini in Fonderia
Il 22 maggio a Reggio Emilia
Tre corpi in uno spazio e la ricerca della verità intima nel rapporto tra esseri umani. Attorno a questo nucleo fondamentale, umano prima ancora che coreografico, si annodano i fili di uno spettacolo firmato da Stefania Tansini, coreografa e danzatrice piacentina giovanissima, classe 1991, che si sta imponendo sulla scena nazionale della danza come autrice di talento, dopo tantissimi incontri prestigiosi e collaborazioni con artisti del calibro di Enzo Cosimi, Dominique Dupuy, Cesc Gelabert, Jonah Bokaer, Maria Consagra, ma anche Castellucci, Motus, Yasmine Hugonnet, Raffaella Giordano e molte altre figure di primo piano del panorama performativo contemporaneo.
My Body trio, così s’intitola lo spettacolo, sarà in scena il 22 maggio alle 21 alla Fonderia di Reggio Emilia, sede della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto che ha sostenuto il progetto. Se con il precedente My body solo la coreografa e danzatrice rifletteva sul corpo e sul movimento, in una forma di espressione autentica e in un contatto profondo con l’altro, esponendo il lato vulnerabile dell’individuo attraverso un’accettazione della propria precarietà, in questo Trio, danzato con Barbara Carulli e Filippo Porro su musiche di Alessandro Sciarrino si sofferma ancora sulla questione esistenziale chiedendosi “Che cosa facciamo? Come stiamo? Da soli, con gli altri, con le cose, con il mondo…Che cosa ce ne facciamo di questa vita, in questo corpo, in questa situazione?” Si domanda cioè quali strade può prendere e in quali forme si può incarnare il vitalismo umano che ci appartiene e nel quale siamo immersi.
La danza diventa così una affermazione di vita: “un’accettazione disarmata del nostro essere fragili, vulnerabili, precari. Tutto quello che siamo e che facciamo è sempre ad un passo dal limite” La ricerca, da individuale diventa collettiva, tra tre corpi: il primo gruppo possibile. Ed è “una ricerca di vita, libera da sovrastrutture ideologiche o intellettuali. Il tentativo di rivelare in modo puro quello che ci muove, verso gli altri e verso il mondo”.