Nei panni di Gaber. Il Grigio secondo Elio

Il 20 novembre a Faenza, il 3 dicembre a Forlì e il 6 e 7 dicembre a Bologna

19 novembre 2019

Beata solitudine, sola beatitudine, dicevano i latini. Ma è difficile trovare la pace quando si prova a rimanere soli per sfuggire ai fantasmi della propria esistenza. E così, quando il protagonista de Il Grigio, unica opera di sola prosa del repertorio teatrale di Giorgio Gaber e Sandro Luperini, scappa in campagna per lasciarsi alle spalle un matrimonio fallito, un’amante delusa e una figlia che forse non è neppure sua, l’ambita quiete si trasforma in un incubo ancora peggiore: per via di un vicino disturbatore, ma soprattutto di un maledetto topo, “il grigio” appunto, che tortura l’inquilino della casa con la sua subdola presenza.

Capolavoro teatrale del 1988, l’opera originale è uno straordinario monologo, un flusso di coscienza tra astrazione e immedesimazione, divertente e sanguigna, che del topo naturalmente fa il doppio dell’uomo angosciato, la metafora incarnata della sua parte nera, quella che lo perseguita ostacolandone la felicità. Non un testo isolato dentro il percorso di Gaber, ma un altro tassello della straordinaria maschera del Signor G., ed è per questo che nella sua nuova rielaborazione drammaturgica del Grigio, Giorgio Gallione ha pensato di inserire nello spettacolo alcune celebri canzoni del cantautore, arrangiate da Paolo Silvestri. Ne è nata una versione recital perfetta per il talento di Elio. A inseguire il topo fantasma (prima con metodi tradizionali e poi in un duello sempre più astratto e invisibile) in questa recente produzione dello Stabile di Genova, è infatti uno dei cantautori più originali e amati degli ultimi anni, ex rockstar delle Storie Tese, che nei panni che un tempo furono vestiti da Gaber, tra frammenti di testo e canzoni, con la sua aria beffarda e solenne insieme, si ritroverà a ripercorrere e a mettere a fuoco il senso delle scelte affettive e morali di un personaggio che sembra scritto oggi.

“Sono convinto – ha spiegato Gallione a proposito della scelta di inserire anche la musica nello spettacolo – che i temi, i sentimenti, le situazioni presenti nel Grigio del 1988 siano stati rielaborati, e perché no, anche attualizzati da molte canzoni nate dopo quella esperienza. Scrivendo un’infinita storia di un signor G in continua crescita e trasformazione, nel privato e nel sociale, Gaber e Luporini hanno continuato a macinare, indulgenti o spietati, sulle contraddizioni dell’essere umano. E il dopo Grigio è un contenitore ricchissimo di spunti e illuminazioni, in forma di canzone, che si sovrappongono e amplificano i temi del copione di allora. Ecco il senso di questo adattamento, che mi pare insieme spudorato e inevitabile”.

Lo spettacolo inaugura la stagione di contemporaneo del Masini di Faenza il 20 novembre. Il 3 dicembre arriva poi al Diego Fabbri di Forlì e dal 6 al 7 dicembre è al Celebrazioni di Bologna.