- Data di pubblicazione
- 18/03/2024
- Ultima modifica
- 18/03/2024
Non tre sorelle. Baraldi e il senso di portare in scena Čechov oggi
Dal 19 al 24 marzo all’Arena del Sole di Bologna
L’idea originaria, nata nel 2019, era quella di portare in scena Tre sorelle di Anton Čechov interrogandosi sul senso del rappresentare un testo scritto oltre un secolo fa. Chiedere conto a un grande classico della sua attualità, insomma, un’operazione alla quale il teatro di regia non è certamente nuovo e sulla quale stava appunto lavorando Enrico Baraldi, regista e autore classe 1993, che assieme a Nicola Borghesi è anche l’anima della compagnia Kepler-452. Poi è arrivata la pandemia da Covid-19, il progetto è stato forzatamente interrotto, e alla sua ripresa due anni dopo ha preso una piega completamente diversa e del tutto inaspettata, dando vita a Non Tre Sorelle / НЕ ТРИ СЕСТРИ, uno spettacolo “liberamente non ispirato a un’opera di A. Čechov”, un’opera sull’impossibilità di mettere in scena quel testo senza tener conto del mondo di oggi e di quel che simbolicamente significano nel presente certi capolavori della drammaturgia.
Proprio nei giorni in cui la produzione sta cercando nuove attrici, infatti, i carri armati russi entrano in Ucraina e la Storia fa cortocircuito con quello che Baraldi ha in mente di fare. Improvvisamente nulla sembra avere più un senso: “cosa è possibile fare, come europei, come cittadini e infine come artisti, a fronte delle immagini di una guerra che sembra coinvolgerci più di altre? Qual è il ruolo della cultura in tutto questo? Che senso ha fare teatro, mettere in scena uno spettacolo, in questo momento storico? Cosa c’entra Čechov, ora?”, si chiede il regista. Qualche giorno dopo Baraldi legge la notizia che Matteo, un regista italiano che lavora a Kiev, organizza una sorta di “corridoio” per far arrivare attrici e attori, studenti della scuola di Kiev in fuga dalla guerra e per fornire loro la possibilità di continuare a studiare. È così che, grazie al progetto di accoglienza Stage4Ukraine, Anfisa Lazebna, Yuliia Mykhalchuk, Nataliia Mykhalchuk prendono parte allo spettacolo e il capolavoro di Čechov diventa il punto di partenza per una riflessione più ampia.
Lo spettacolo, già molto applaudito nella scorsa stagione (ha vinto tra l’altro il Premio ANCT), arriva adesso sul palcoscenico dell’Arena del Sole di Bologna, dove si potrà vedere dal 19 al 24 marzo. In scena, assieme alle tre attrici ucraine, ci sono anche Susanna Acchiardi e Alice Conti. Tutte insieme, in un cast che si è peraltro aggiudicato la Menzione d’Onore del Premio Eleonora Duse 2023 come attrici emergenti, hanno preso parola in questo progetto (che vede il contributo di Francesco Alberici alla drammaturgia e di Ermelinda Nasuto come dramaturg), per provare a raccontare un incontro avvenuto per una circostanza extra-ordinaria, un incontro tra due popoli, uno in fuga dalla guerra, e l’altro che osserva.
“Abbiamo domandato loro – scrive il regista Enrico Baraldi – cosa ne pensassero di Masa, Irina e Olga, le tre protagoniste del testo. Abbiamo così scoperto che “A Mosca! A Mosca! A Mosca!”, una delle più celebri battute del teatro mondiale, acquisisce oggi un significato inaspettato, controverso, problematico e per certi versi pericoloso. Abbiamo scoperto che, oggi, mettere in scena un testo di Čechov, non è più una scelta neutrale, che lo si voglia o no. Abbiamo quindi deciso di non mettere più in scena Tre Sorelle, e nemmeno un adattamento, ma di interrogarci su che cosa significhi oggi portare in scena un testo simbolo della letteratura russa. Che cosa è, per noi (e per loro) Mosca oggi? Questo si domandava Čechov nel 1901, inaugurando il secolo con una delle opere più rappresentate del suo teatro, le Tre Sorelle. Come sarà la vita dopo di noi? (Versinin, atto II). E tutto questo soffrire, che senso ha?”.
Lo spettacolo è in italiano, inglese, ucraino e russo, con sopratitoli in italiano e ucraino.