- Data di pubblicazione
- 22/10/2021
- Ultima modifica
- 22/10/2021
Quattro cuori, un sogno e un’isola. L’Isola disabitata di Haydn secondo Fanny & Alexander
Il 23 e 24 ottobre al Teatro Alighieri di Ravenna e su www.operastreaming
Si apre con un felice naufragio la Stagione d’Opera del Teatro Alighieri di Ravenna. Il 23 (alle 20.30, anche in diretta su Operastreaming) e 24 ottobre (15.30) il sipario dell’Alighieri si alza infatti su un nuovo allestimento dell’Isola disabitata di Haydn, una coproduzione internazionale che vede l’Opéra de Dijon al fianco del teatro ravennate, un progetto curato dalla compagnia teatrale Fanny & Alexander, che coincide con il debutto di Luigi De Angelis e Nicola Valentini rispettivamente alla regia e alla direzione di un’opera nella loro città. Nella regia di De Angelis, che già più volte si è confrontato con l’opera lirica (ricordiamo il bellissimo Flauto Magico al Comunale di Bologna nel 2015, sempre firmato da Fanny & Alexander), esplora il sottile confine fra reale e virtuale, mentre sulla scena scorrono immagini dell’isola siciliana di Marettimo, nelle Egadi. Scritto da Metastasio e messo in musica da Hydn per la corte degli Esterházy, il libretto è un compendio di sentimenti e riflessioni sulla solitudine e sull’isolamento. Nel disegno della regia l’isola diventa così come una stanza ai confini del mondo, con ai suoi vertici quattro personaggi, Gernando, Costanza, Silvia e Enrico, che si perdono e si ritrovano in una prova d’amore che riesce ad avere la meglio sul destino crudele.
“Per i romani l’insula era la casa – nota Luigi De Angelis – In neurologia, l’insula è la parte del cervello più connessa con l’empatia e le emozioni dolorose. Nell’opera di Haydn l’isola è metafora di uno stato d’animo che forse, in questo momento storico, ci riguarda da vicino. Credo che tutti proveremo a lungo la sensazione del confinamento, dell’isolamento, del fare i conti con un perimetro vitale limitato. Ogni esplorazione più ampia è stata demandata all’immaginazione, alla creatività, alle pareti permeabili e pulsanti del sogno”. Con Chiara Lagani, cofondatrice di Fanny & Alexander che firma drammaturgia e costumi, De Angelis ha immaginato che la protagonista Costanza scivoli in un sonno profondo: “La sua mente è l’isola stessa – spiega – noi spettatori siamo testimoni delle sue proiezioni interiori più segrete. L’altra cantante, sua sorella Silvia, rappresenta lo sguardo che può contemplare un orizzonte lontano, sconosciuto, da cui farsi sedurre, vale a dire rapire, condurre in un territorio nuovo, straniero. Silvia rappresenta il doppio più animalesco e naturale, fanciullesco, ancora genuino e fluido, non irrigidito, non intaccato dall’esperienza del dolore dell’abbandono. E sarà tramite la prospettiva di Silvia e del sogno che Costanza riuscirà a sciogliere la sua corazza di pietra e a ribaltare il proprio sguardo sul genere umano, ritrovando la perduta armonia e fiducia nell’altro”.
Il carattere onirico della vicenda si riflette anche nell’architettura dell’opera. “Un sogno, a pensarci bene, non si interrompe mai, se non quando ti svegli – riflette il direttore Nicola Valentini – e si ritrova anche nell’andamento musicale del racconto: il discorso musicale è continuo, naturale, senza tagli e sospensioni. È uno degli aspetti che rende L’isola disabitata un’opera bifronte: una parte guarda verso il passato, l’altra verso il futuro. Da un lato è senza dubbio un’opera barocca, dall’altro prefigura per certi aspetti l’opera di fine Settecento – Mozart, ovviamente, ma anche Cimarosa, Paisiello. È un’opera di passaggio, anche dal punto di vista del genere: seria, certo, ma con elementi che richiamano l’opera comica”. Valentini dirige l’Ensemble Dolce Concento con Jacopo Raffaele al fortepiano e le quattro voci sono quelle dei soprani Giuseppina Bridelli e Anna Maria Sarra, del tenore Krystian Adam e del basso Christian Senn.