Ravenna a teatro
L’Alighieri e il Rasi uniti per la nuova stagione. Dal 18 novembre
Per il secondo anno consecutivo i due teatri cittadini di Ravenna, Alighieri e Rasi, uniscono le proprie programmazioni e per la nuova stagione offrono un cartellone deciso a superare la tradizionale separazione tra “classico” e “contemporaneo” per concentrarsi piuttosto – nel complesso panorama storico e sociale di oggi, in cui le distinzioni fanno sempre più fatica a trovare spazio – su quesiti umani e sui relativi linguaggi drammaturgici, in una geografia affastellata di temi e riflessioni, prima che di forme e di generi.
Tredici titoli in abbonamento per trentasei repliche, altre otto proposte fuori abbonamento per altre diciotto repliche e numerose iniziative collaterali: è questo il nuovo cartellone che si articola dall’autunno alla primavera tra il Teatro Alighieri e il Teatro Rasi, a cura di Ravenna Teatro diretto da Marcella Nonni, che nel corso della presentazione della nuova stagione ha sottolineato l’unicità e l’originalità dell’esperienza ravennate.
Il cartellone in abbonamento si apre sabato 18 novembre, al Teatro Rasi, con “Ferdinando”, il testo forse più famoso di Annibale Ruccello, esordito nel 1986 e subito diventato vincitore di due premi IDI (come testo teatrale e come miglior messinscena) e oggi considerato un classico della drammaturgia contemporanea,. Prodotto dal Teatro Segretoe diretto da Nadia Baldi, lo spettacolo è concentrato su quello che forse è il più insondabile dei misteri, e cioè la mente umana, muovendo gli elementi espressivi della pièce dal quotidiano dei personaggi verso i loro moti e mondi interiori, e viceversa: le fantasie interiori dei personaggi diventano padrone delle loro esistenze fino a spingerli verso una dimensione surreale, al contempo comica e drammatica. A dare corpo e voce a questa messinscena – che mostra gli opposti emozionali e sentimentali disseminati in tutte le esistenze, ieri come oggi – sul palco troviamo Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio e Francesco Roccasecca, per una storia ambientata in una villa della zona vesuviana abitata da una baronessa borbonica e dalla sua infermiera/carceriera (siamo nel 1870). A spezzare la monotonia delle loro giornate, passate all’insegna del disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia, arriva Ferdinando del titolo, un giovane nipote della baronessa che getterà scompiglio nella casa e metterà a nudo le contraddizioni, disseppellendo scomode verità.
Al Teatro Alighieri arriva invece, in prima assoluta, una grande creazione corale, ideata e diretta da Marco Martinelli e Ermanna Montanari e realizzata dal Teatro delle Albe/ Ravenna Teatro in coproduzione con ERT Fondazione. In scena dal 7 al 14 dicembre con il titolo “Va pensiero”, lo spettacolo racconta come la corruzione dell’Italia di oggi abbia soppiantato gli ideali risorgimentali inscritti nella musica di Giuseppe Verdi. Il testo si ispira ad un fatto di cronaca accaduto all’inizio del secolo: il vigile urbano di un paesello della bassa Romagna preferisce farsi licenziare, per mantenere la propria integrità morale, piuttosto che cedere di fronte agli intrecci di mafia, politica e imprenditoria collusa. La pièce è considerata un affondo di Martinelli sulla patria “sì bella e perduta”, raccontata attraverso i suoi inferni e i suoi gesti di ribellione: un grido disperato, ma non ancora privo di speranza, perché si ritrovi il senso di parole come “democrazia” e “giustizia”. Lo spettacolo – con le scene di Edoardo Sanchi, i costumi di Giada Masi e le luci Fabio Sajiz – vedrà sul palco l’ensemble del Teatro delle Albe insieme ad altri attori “ospiti” e un coro dal vivo, il Coro lirico Alessandro Bonci di Cesena diretto da Stefano Nanni, che eseguirà arie e corali dalle opere verdiane. In scena Ermanna Montanari, Luigi Dadina, Alessandro Argnani, Salvatore Caruso, Tonia Garante, Roberto Magnani, Mirella Mastronardi, Ernesto Orrico, Laura Redaelli e Alessandro Renda.
All’inizio dell’anno prossimo all’Alighieri arriverà “Lorenzo Milani” di Stefania Marrone, prodotto da La Bottega degli Apocrifi, in cui si racconta una delle battaglie che più stavano a cuore a don Milan, quella tesa a persuadere la propria madre, l’agnostica intellettuale Alice Weiss (dal 25 al 28 gennaio) e poi “Il servo”, co-diretto da Andrea Renzi e Pierpaolo Sepee, spettacolo tratto da un romanzo breve di Robin Maugham definito all’uscita, nel 1948, “un piccolo capolavoro di abiezione”: la pièce racconta la vicenda di un rapporto di dominazione (e assuefazione) di un uomo su un altro uomo (il 31 gennaio e il 1 febbraio). In febbraio all’Alighieri arriverà anche un grande classico della commedia napoletana e del repertorio di Eduardo De Filippo, “Filumena Marturano”, diretto da Liliana Cavani e interpretato da Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses, (dall’8 all’11 febbraio).
Al Rasi invece Daria Deflorian e Antonio Tagliarini porteranno la loro riflessione su quel fenomeno irreversibile che è l’urbanizzazione dei paesaggi e dei modi di vivere con “Il cielo non è un fondale” (il 15 febbraio); seguiti da Monica Piseddu, interprete della straordinaria capacità introspettiva di “Accabadora”, pièce tratta dal romanzo di Michela Murgia (il 23 e il 24 febbraio), e da Stefano Ricci, disegnatore e artista grafico di fama internazionale che sarà al centro di “Più giù”, in cui disegnerà in tempo reale, con pennelli e dita, accompagnato dal contrabbasso di Giacomo Piermatti e live eletronics di Vincenzo Core (il 27 febbraio).
Emilia Romagna Teatro Fondazione porterà a Ravenna “La classe operaia va in paradiso”, spettacolo costruito attorno alla complessa sceneggiatura di Elio Petri e Ugo Pirro, alla drammaturgia di Paolo Di Paolo e ai materiali che testimoniano la genesi del film omonimo che per il regista Claudio Longhi è diventato il punto di partenza per un’indagine sul mondo del lavoro e del precariato (Alighieri, dall’8 all’11 marzo). E ancora ERT per “Delitto e castigo”di Fëdor Dostoevskij, in un adattamento teatrale irriverente e provocatorio, diretto dal quarantenne moscovita Konstantin Bogomolov, uno dei registi più lucidi della scena contemporanea russa (Alighieri, il 13 e il 14 marzo).
A Ravenna arriveranno anche gli attori comici Ale e Franz con “Nel nostro piccolo. Gaber/ Jannacci/ Milano”, uno spettacolo poetico e divertente dedicato ai due cantautori del titolo (Alighieri, dal 27 al 30 marzo); mentre Elio De Capitani del Teatro dell’Elfo attingerà a Shakespeare e a Ravenna arriverà con un “Otello” che si spoglia della “tradizione” per puntare dritto al cuore del meccanismo drammatico e della sua tragica normalità (Alighieri, dal 13 al 15 aprile). Infine, Carmelo Rifici e Angela Demattè si soffermeranno sull’annosa questione dell’origine della violenza, e di come si possa fermarla, con “Ifigenia, Liberata”, pièce ispirata ai testi di Eraclito, Omero, Eschilo, Sofocle, Euripide, Antico e Nuovo Testamento, Friedrich Nietzsche, René Girard e Giuseppe Fornari (Alighieri, il 27 e il 28 aprile).
Tra gli spettacoli fuori abbonamento segnaliamo la riscrittura scenica “Don Giovanni in soffitta” tratta da Molière e Cesare Garboli, prodotta da Isola di Confine e diretta da Valerio Apice, che indaga la dittatura della maschera e dell’apparenza (Vulkano, dal 24 al 27 ottobre) e “Morte di Zarathustra”, una produzione del Teatro Akropolis, con la drammaturgia e la regia di Clemente Tafuri e David Beronio, che indaga invece, partendo dalle teorie di Nietzsche, la nascita della tragedia e l’abbandono dei riti dionisiaci e di come questo abbia segnato la storia dell’uomo (Teatro Rasi, il16 gennaio).
Tra le altre iniziative, la proiezione di “Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi”, un film d’arte, debutto al cinema di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, che racconta vent’anni di prigionia della leader del Movimento per la democrazia in Birmania e Premio Nobel per la pace (Cinemacity Multiplex, dal 9 al 15 novembre) e gli incontri de “I Parlamenti di aprile”, seminari organizzati dal Teatro delle Albe che riuniscono ogni anno filosofi, artisti e studiosi attorno ai temi legati al percorso artistico ed esistenziale di Albe (al Teatro Rasi, dal 5 all’8 aprile).
La stagione dei teatri ravennati è sostenta, tra altri, dal Comune di Ravenna, dal MIBACT Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalla Regione Emilia-Romagna.
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- Data di pubblicazione
- 23/10/2017
- Ultima modifica
- 27/11/2017