A Riccione spopola il “presente assoluto”

Tutti i vincitori del prestigioso premio per la drammaturgia

05 novembre 2019

È una voce giovane, anzi giovanissima, a vincere la cinquantacinquesima edizione del Premio Riccione. Nella passata edizione, infatti, Tatjana Motta, nata nel 1988, era arrivata tra i finalisti del Premio Tondelli riservato agli autori under 30. E adesso, a trentun’anni, e al suo primo tentativo nella categoria principale, la drammaturga veneziana sbaraglia tutti e porta a casa il prestigioso riconoscimento assegnato con cadenza biennale all’autore di un testo teatrale italiano ancora non rappresentato in pubblico (insieme a 5000 euro e la possibilità di ottenere, come gli altri quattro finalisti, un premio di produzione di 15.000 euro).  La cerimonia di premiazione, il  3 novembre allo Spazio Tondelli condotta da Graziano Graziani con Fausto Paravidino,  ha coronato una intensa tre giorni organizzata da Riccione Teatro intorno alla danza e alla scoperta della drammaturgia polacca.

Notte bianca, s’intitola il testo della Motta, e racconta di uno dei sintomi più significativi dell’oggi, il senso di estraneità che si palesa appena si spegne per un attimo la stucchevole euforia del famelico turismo internazionale. Protagonisti della pièce un uomo e una donna, una coppia, turisti piccolo-borghesi che, come scrivono i giurati nella motivazione del premio “si accingono a consumare il grand tour o a bere il loro tè nel deserto con la facilità con la quale chiunque di noi può viaggiare dappertutto Ryanair o arredarsi Ikea in un pomeriggio. Il loro ospite è evidentemente straniero in casa sua. Il luogo dove la nostra coppia di protagonisti va a perdersi non è precisato, è una destinazione dove se non ti perdi c’è una chiassosa notte bianca e dove se ti perdi sei straniero tra stranieri in una periferia globalizzata più ancora del centro dei divertimenti ma non per questo meno minacciosa, anzi. Naturalmente i nostri protagonisti si perderanno, prigionieri del loro bisogno di perdersi e del loro desiderio di ritrovarsi. E noi ci perderemo con loro. Seguiremo la loro avventura nel normale disguido turistico che li porta sempre più lontani dal centro. La difficoltà metterà alla prova il loro stare insieme per risolverla. Si separeranno. Si perderanno cercandosi a vicenda e noi ci perderemo con loro nella commedia”.

Giovanissimo, come era prevedibile in questo caso, anche il vincitore del Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”. A vincere il premio di 3000 euro (oltre alla possibilità di un premio di produzione di 10.000) è Tommaso Fermariello (1994) con Fantasmi. “Con la sua scrittura – si legge nella motivazione – carica di eco della “new angry generation” del teatro britannico, ma interpretate in modo assolutamente originale, Fermariello riesce a creare una dimensione di racconto teatrale affascinante, dove i piani temporali si intersecano in modo intelligente e ricco di suggestione, creando personaggi completi e sfaccettati che restano nella memoria. Anche il tema di fondo, delle speranze e le disillusioni in cui vivono sospese le esistenze di provincia, si rivela essere ben più che un’ambientazione (per altro già molto raccontata): è piuttosto il detonatore di una riflessione sulla condizione umana originale ed emozionate, sostenuta da una grande abilità di scrittura dei dialoghi e delle linee di forza invisibili che legano tra loro i personaggi. “Fantasmi” è un’eterna notte dei miracoli che, come le migliori storie, sa essere quotidiana e universale, raccontandoci la condizione delle donne e degli uomini contemporanei attraverso storie minute, marginali, normalmente fuori dalla visuale della storia”.

Un premio particolare, invece, ha coronato il lavoro di scrittura della coppia romana composta da Elvira Frosini e Daniele Timpano. Al loro Ottantanove la giuria ha assegnato infatti la menzione speciale “Franco Quadri” che dal 2011, nel segno del grande critico teatrale, è riservata al testo che meglio coniuga scrittura teatrale e ricerca letteraria. La loro opera, infatti, come si legge nella motivazione “attinge a una corposa mole di reperti storici, tratti sia dagli archivi sia dall’immaginario e dalla memoria collettiva e scolastica, che comprende spezzoni di programmi televisivi, frammenti di libri, canzoni, si attraversano accadimenti e protagonisti del passato − quali la Rivoluzione francese, Napoleone, Marat, Garibaldi, Foscolo, Alfieri, il Risorgimento italiano, lo sceneggiato I Giacobini, la caduta del muro di Berlino − per ragionare intorno al concetto di rivoluzione e, di conseguenza, per interrogarsi sulle origini del fallimento delle utopie nonché sulla condizione di stasi che tale fallimento ha causato. Attraverso uno stile citazionista − che si serve di una molteplicità di elenchi per evocare situazioni, eventi, svolte epocali, pensieri, luoghi comuni – i tre personaggi si fondono, in realtà, in un grande discorso unico, in una sola voce, ironica e dissacrante verso tutto ciò che evoca: prende così forma un pastiche positivamente ammiccante, dalla divertita intelligenza, in grado di evitare le pastoie di una pedante didascalicità e capace di condurre il lettore, e lo spettatore, tra i labirinti di un passato che continua a parlarci.”

Ad assegnare i tre premi una prestigiosa giuria presieduta appunto da Fausto Paravidino, e composta da Graziano Graziani, Claudio Longhi, Renata M. Molinari e Isabella Ragonese. Giuria diversa, invece, per la (quasi) neonata categoria fuori concorso che dal 2017 assegna un Premio speciale per l’innovazione drammaturgica a personalità capaci di aprire nuove prospettive al mondo del teatro. A decidere i vincitori, che saranno protagonisti di una retrospettiva al Riccione TTV Festival 2020, è stato un comitato scientifico ad hoc formato dai critici Maddalena Giovannelli e Francesca Serrazanetti (Stratagemmi), Rossella Menna (Doppiozero), Carlotta Tringali (Il Tamburo di Kattrin), Andrea Pocosgnich in collaborazione con Sergio Lo Gatto (Teatro e Critica). Il premio è stato assegnato quest’anno a Daria Deflorian Antonio Tagliarini “per il loro sguardo acuto sulla realtà e sull’arte, per la capacità di raccontare la febbre di un tempo stanco ma ancora carico di desiderio, attraverso drammaturgie originali che dai dettagli minuti di vite singolari fanno fiorire la sostanza più autentica del presente”.

Il Premio Riccione è organizzato da Riccione Teatro con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Riccione.