Robot Art Night: musica elettronica e arte digitale

A Bologna, il 2 febbraio, il party apre Art City White Night con Tomat Petrella live

28 gennaio 2019

Robot Art Night è una festa, un party cittadino che mette insieme musica e arte contemporanea. Si tratta di una vera e propria incursione di Robot, festival dedicato alla migliore musica elettronica internazionale, nella settimana  di Arte Fiera. Sabato 2 febbraio infatti, alle 21.00 a Palazzo Re Enzo di Bologna,  un’apertura musicale scandirà il battito della Art City White Night per un weekend interamente dedicato alla creatività contemporanea.

Con un’anteprima assoluta per l’Italia, i musicisti del duo Tomat Petrella apriranno la serata: il multi-strumentista Davide Tomat e il trombonista jazz Gianluca Petrella, insieme per presentare l’album Kepler, si esibiranno in una session tra ambient siderale, jazz cosmico e libero ed echi di techno secca e rocciosa. Definiti “due astronauti in esplorazione di pianeti alieni ma potenzialmente accoglienti per la vita umana”, i due musicisti propongono uno spettacolo da non mancare. Alla consolle ci sarà il francese Ivan Smagghe con  sonorità elettroniche più dark. Con loro, immancabile come sempre, il 2 febbraio sotto l’ombra delle Due Torri ci sarà la squadra del RBT Sound System, “mattatori delle serate più folli”.  

In  una delle sale del palazzo andrà in scena invece il video dell’artista Filippo Berta, La Retta Via, selezionato da SetUp Contemporary Art Fair. Come spiega Claudia Löffelholz, responsabile della Scuola di alta formazione di Fondazione Modena Arti Visive, curatrice e co-fondatrice di LaRete Art Projects, questa “performance site specific mostra una fila di persone che si muove lungo il bagnasciuga di una spiaggia deserta. Ciascuno è concentrato sui propri passi provando a seguire il labile confine definito dalle onde che creano una effimera traccia […] e divengono una metafora suggestiva dell’impossibilità dell’uomo di trovare un equilibrio tra la propria indole intuitiva-emotiva e il ruolo della società che ne condiziona e corrompe l’essenza individuale. Questo stato di continua tensione sta al centro dell’analisi di Filippo Berta”.