SANTA | danza e arte contemporanea accendono le Reggiane (12 giugno-5 luglio) con un progetto visionario e inedito

Intervista a Nicolas Ballario e Lara Guidetti

12 giugno 2025

Un’ex area industriale rigenerata, oggi polo pulsante d’innovazione, diventa teatro di un’audace sfida artistica. Parte mercoledì 12 giugno dai Capannoni 17 e 18 delle Reggiane Parco Innovazione SANTA, la prima tappa del progetto Danze dell’Utopia, ideato da Gigi Cristoforetti e curato dal Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto. Un’opera site-specific che mescola danza, arte contemporanea e architettura in un’esperienza radicalmente immersiva e collettiva. Lo spettacolo sarà replicato fino al 5 luglio 2025, con più repliche giornaliere in fascia serale e nel fine settimana anche pomeridiane, per consentire la partecipazione di un pubblico ampio.

A firmare la visione curatoriale di SANTA è Nicolas Ballario, volto noto dell’arte contemporanea italiana, che accompagna gli spettatori – dotati di cuffie silent-disco – in un viaggio sensoriale tra parola e spazio, danza  e opere d’arte. Il titolo, SANTA, è già una dichiarazione d’intenti: evocativo, disturbante, stratificato. “Non è una beatificazione, ma una provocazione poetica”, afferma Ballario. È una riflessione simbolica e fluida su corpo, desiderio, potere e fragilità. In questo scenario liquido e privo di categorie, si inseriscono le azioni coreografiche di Lara Guidetti, direttrice artistica della compagnia Sanpapié, i suoi    danzatori che guidano il viaggio non raccontano: appaiono, attraversano, svaniscono, lasciando tracce di emozione, ironia e inquietudine. Il percorso attraversa ambienti industriali monumentali ed è punteggiato dall’incontro con le opere provocatorie di Maurizio Cattelan, concesse eccezionalmente per il progetto. In scena:  Gioele Cosentino, Vittoria Franchina, Gador Lago Benito, Alberto Terribile, Kiran Luc Gezels, Alessia Giacomelli, Michele Hu, Karline Olivia Kotila.

SANTA è solo il primo capitolo di Danze dell’Utopia, una progettualità triennale che ambisce a trasformare luoghi urbani marginali o dimenticati in palcoscenici di senso e comunità. Sostenuto da STU Reggiane e dal Comune di Reggio Emilia, il progetto si propone di fare della danza un linguaggio di rigenerazione, un’arte viva capace di restituire nuovi significati a spazi e persone. “È un invito a guardare da vicino – conclude Cristoforetti –. A sentire il gesto del danzatore, la voce dell’opera, lo spirito di un luogo. Perché a volte è nell’invisibile che abita il futuro”.

 

INFO E PRENOTAZIONI 

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