Scoprire la notte, tra performance e installazioni

Fino al 26 novembre al Centro Culturale Paleotto 11

24 novembre 2021

Avvicinarsi alla notte senza paura per scoprire luoghi, discorsi e comunità la abitano, leggere verità invisibili di giorno, addentrarsi in territori privi di logica ordinaria e grondanti di creatività. L’invito nasce dalla sesta edizione del progetto Generazioni curato da Ekodanza, che si svolge dal 19 al 26 novembre al Centro Culturale Paleotto 11, durante la settimana di celebrazioni contro la violenza di genere, tra laboratori esperienziali e partecipati e performance-installazioni notturni. “L’invito – spiegano gli organizzatori – è a non avere paura dell’andare, che sia di notte, che sia su strade poco battute, che sia in direzione centrifuga rispetto all’opinione dominante; una precisa intenzione di valorizzare questi percorsi inusuali e dimenticati perché fuori da logiche utilitaristiche, come lo è il sentiero CAI 913 (momentaneamente non agibile), percorso ideale per connettere la città con il centro culturale Paleotto11. Il sentiero diviene il cordone ombelicale tra uno spazio verde e la città, una fuga nel silenzio e nel paesaggio che il parco contiene. Così, il sentiero 913, immaginato e narrato, poiché non percorribile, diviene una diramazione dell’azione di Generazioni: il buio è sì quello notturno, ma anche ciò dove confluisce quel che viene dimenticato, non valorizzato”.

Dopo il laboratorio Fare la notte che dal 19 al 21 novembre ha invitato la comunità a condividere pratiche creative e fisiche tra manualità e parole, il 26 novembre andrà in scena una performance finale notturna con colazione al termine, intitolata Riprendersi il tempo della notte. La performance-installazione unirà corpi, materiali, suoni e parole in un’azione partecipata nella quale sarà possibile condividere con gli artisti di Ekodanza e con i partecipanti al laboratorio uno spazio immersivo legato alla creazione multisensoriale e continua di intrecci tra tessuti, materiali, corpi, suoni e parole. Tutti i partecipanti, performer e pubblico potranno entrare e uscire dallo spazio, stare, tornare, dormire, partecipare, andarsene o rimanere, con la sola richiesta di mantenere il silenzio se la parola non è prevista dall’azione. Lo stesso laboratorio era peraltro finalizzato alla creazione di opere luminescenti per lo spazio esterno, in relazione al sentiero CAI 913, i cui esiti manufatti saranno visibili per tutta la settimana successiva al progetto nel parco e nel centro culturale Paleotto11, segnalando le tracce di un passaggio umano.

Segnaliamo inoltre che il 25 novembre alle 20 è in programma la Posa della prima tavola/leggio nel parco e la presentazione del laboratorio di scrittura Il Sentiero di Camille che si svolgerà nei mesi invernali per giungere alla realizzazione di cinque leggii da posare nei punti di accesso al Parco e alla casa. legato alla fabula speculative Camille, da Cthulucene di Donna Haraway. Il sentiero di Camille è infatti emblema della nuova umanità e rappresenta “la testimonianza di un avvenuto passaggio e presenza di un altrove possibile, invisibile, ma esistente”.

Il progetto si svolge grazie al contributo del Comune di Bologna, del Quartiere Savena- Bilancio partecipativo 2019-2020 e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna ed è ospitato presso il centro culturale Paleotto11.