- Data di pubblicazione
- 28/10/2019
- Ultima modifica
- 28/10/2019
Studi sul “toccare”. La Natura Dèi Teatri di Lenz
XXIV edizione del Festival a Parma dal 31 ottobre
L’autunno si preannuncia stagione perfetta per celebrare la natura interdisciplinare di Lenz Fondazione, l’ensemble di Parma vocato alla ricerca artistica e teorica, fondato oltre trent’anni fa da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto.
Il 31 ottobre si apre la XXIV edizione del Festival Natura Dèi Teatri diretto da Maestri e Pititto nel segno di una mappa “disubbidiente” che guiderà gli spettatori tra gli esiti più originali della ricerca nel campo vasto e multiforme delle performing arts. Sedici opere di teatro, danza, musica, installazioni, digital arts e performance e quattro incontri con il pubblico (con un percorso dedicato a spettatori con particolare sensibilità psichica) comporranno un cartellone che per un mese (fino al 30 novembre) abiterà il Teatro Farnese, Il Cimitero Monumentale della Villetta e gli spazi post-industriali di Lenz Teatro. Liscio//Striato, come doppio passo di un movimento di ricerca vera, fatta di scoperte, pause e divagazioni, è il binomio su cui si fonda questa edizione, al centro di un triennio dedicato al “Toccare” ispirato alla filosofia di Jean Luc Nancy e Gilles Deleuze.
“Nel comporre questa ventiquattresima edizione di Natura Dèi Teatri – spiegano infatti i direttori – come un bambino che ha appena imparato a camminare e corre in una stanza, che non va da punto a punto come farebbe un adulto ma si muove in libertà, senza obiettivi prefissati, così che ogni punto dello spazio può essere spazio-tempo di scoperta e conoscenza – ci siamo riferiti a questo doppio movimento di creazione dello spazio striato e dello spazio liscio: ripetizione e differenza, nessi associativi e trasformazione, coagulazione e scioglimento”.
Il tema artistico della trasformazione del corpo fragile apre il festival il 31 ottobre e il 1° novembre con un allestimento site-specific al Cimitero Monumentale della Villetta di Iphigenia in Tauride | Ich bin stumm | Io sono muta, secondo capitolo del dittico che Lenz dedica al mito di Ifigenia ispirandosi alle opere di Goethe, Gluck e Beuys che lo chiamano in causa, e la cui versione originale interpretata dalla danzatrice Monica Barone sarà invece presentata a Lenz Teatro il 12 novembre, impreziosita dall’innesto musicale degli Hidden Parts, in concerto con il loro nuovo DISCO(mfort). Il 2 novembre il Farnese ospita invece una versione oratoriale della prima parte del dittico, Iphigenia in Aulide Oratorio, con Valentina Barbarini, attrice icona di Lenz e il soprano Debora Tresanini, allieva del Conservatorio A. Boito, a raccontare in corpo e canto dolore e abbandono.
Ancora intorno a un classico dell’antichità ruotano anche due segmenti di un progetto condiviso da Lenz con il compositore elettronico tedesco Lillevan, ovvero Orestea #1 Nidi e Orestea #2 Latte. L’8 novembre il Farnese ospiterà infatti Orestea Concert, con il live del compositore elettronico in residenza e i visuals di Pititto, un concerto di suoni e immagini ispirato a una delle saghe più antiche e più belle della letteratura teatrale. E sempre all’opera eschilea è dedicata Orestea. Dystopian, performance creata su commissione dal performer sloveno Boris Kadin, anche lui invitato in residenza a Parma.
Sul fronte musicale da segnalare poi l’unica data italiana, il 2 novembre al Teatro Farnese, della storica band di Sheffield In The Nursery, gruppo che ha fatto la storia del filone dark/wave inglese anni Ottanta, mentre tra le residenze internazionali accanto a Lillevan e Kadin spicca il nome del londinese Tim Spooner. Il cartellone delle ospitalità di danza e teatro è invece all’insegna di una fertile oscillazione tra piani geografici e anagrafici, con la prima nazionale (il 21 e 22 novembre) di Eve #1, co-produzione del Teatro Delle Moire per Danae Festival e di Lenz Fondazione per Natura Dèi Teatri di e con Filippo Michelangelo Ceredi, e poi l’assolo It moves me del danzatore e coreografo Aristide Rontini, il filosofico Pragma. Studio sul mito di Demetra di Teatro Akropolis, il raffinatissimo Atlante dell’attore solitario del grande poeta, regista e drammaturgo italiano Marcello Sambati, e un progetto digitale del collettivo di performer e digital artist Jan Voxel Digital Art.
Mentre proseguono fino a giugno i laboratori in vista dell’allestimento de La vita è sogno in programma per Parma 2020 Capitale Italiana della Cultura, e Lenz porta in tournée anche la propria poetica prendendo parte a incontri, ricerche e seminari in Italia e all’estero, per la prima parte del 2020 si prepara il debutto di tre assoli di altrettante attrici icone dell’ensemble, ovvero Barbara Voghera, Valentina Barbarini e Sandra Soncini, nonché la ripresa della storica performance [ Dido ] Epidermica, e la creazione dell’assolo Asilo, da Calderón de la Barca, interpretato da Rocco Caccavari.