Il tentativo di essere uomini. Sinigaglia rilegge La peste di Camus

Il 2 febbraio al Teatro Galli di Rimini

01 febbraio 2023

Un’epidemia che sconvolge la vita di una città, gli esseri umani soli, isolati, chiamati a fare i conti con sé stessi e con le proprie responsabilità verso le catastrofi, l’amore, che solo riesce a renderci uomini e a dare un senso alla vita. Non è quello che ci è accaduto due anni fa, è La peste di Camus, uno dei più grandi successi dello scrittore francese (160mila copie vendute a due anni dalla pubblicazione, nel 1947). Ma i parallelismi con l’oggi, con la pandemia e il lockdown di cui ancora portiamo addosso i segni, sono più evidenti che mai. Parte da qui la versione scenica dell’opera di Camus firmata da Serena Sinigaglia, in scena il 2 febbraio alle 21 al Teatro Galli di Rimini.

La regista, che ha cominciato a lavorarci proprio nei giorni delle restrizioni, lo considera un testo necessario per comprendere il presente. “L’autore francese – spiega – ci guarda senza giudicarci mai, con occhi sempre nuovi. E ci propone una direzione possibile, un senso al caos, un freno alla paura. L’amore, l’amore laico e terreno, è l’inaspettato protagonista di questa storia, il filo che unisce le strane vicende intercorse a Orano in un anno imprecisato degli anni Quaranta. E il tentativo di essere uomini e non bestie è il più semplice e radicale senso della vita”.

La storia, ambientata nella città di Orano in Algeria, racconta di una popolazione colpita appunto da una epidemia di peste, di cui le istituzioni prendono coscienza tardi, ed è raccontata in terza persona dal dottor Rieux. Le persone reagiscono in modo diverso, alcune sono terrorizzate, altre tentano di arricchirsi, altre, più coraggiose, lottano. La situazione emergenziale insomma è un’occasione per scandagliare le profondità dell’animo umano. La regia di Sinigaglia si concentra sulle reazioni dei cinque protagonisti interpretati da Marco Brinzi, Alvise Camozzi, Mattia Fabris, Oscar De Summa, Emanuele Turetta, che agiscono e allo stesso tempo si raccontano, sulla scena essenziale disegnata da Maria Spazzi, popolata essenzialmente di sacchi di sabbia.