Tre giorni con Celestini

Museo Pasolini il 22 e 23 giugno e I parassiti a Gualtieri e il 24 giugno a Guastalla

21 giugno 2022

Autore, attore, affabulatore, Ascanio Celestini è tra i più grandi narratori teatrali degli ultimi vent’anni, seguito da un pubblico sempre molto numeroso per le sue coraggiose indagini nei traumi della storia collettiva, dall’eccidio delle Fosse Ardeatine alle ultime tragiche vicessitudini dei manicomi, che sul palcoscenico diventano gallerie di microstorie, personaggi vividi e vicini. Due appuntamenti tra Gualtieri e Guastalla riportano l’artista in regione nei prossimi giorni. Il 22 e 23 giugno alle 21.30 sarà al Teatro Sociale di Gualtieri nell’ambito della stagione “Campire il nostro tempo”. Dopo Radio Clandestina, spettacolo cult andato in scena sullo stesso palcoscenico nel 2020, stavolta Celestini presenta l’ultimo lavoro, Museo Pasolini, dedicato al poeta, scrittore e regista di Casarsa nell’anno del centenario della nascita.

Il narratore guiderà il pubblico in un ipotetico Museo dedicato allo scrittore, attraverso le testimonianze di uno storico, uno psicanalista, un autore, un lettore, un criminologo e un testimone che l’ha conosciuto. Il Museo immaginato dall’attore prende vita partendo da alcune domande: qual è il pezzo forte del Museo Pasolini? Quale oggetto dobbiamo cercare? Quale dovremmo impegnarci ad acquisire da una collezione privata o pubblica, recuperarlo da qualche magazzino, discarica, biblioteca o ufficio degli oggetti smarriti? Cosa siamo tenuti a fare per conservarlo? Cosa possiamo comunicare attraverso di lui? E infine: in quale modo dobbiamo esporlo?

Venerdì 24 giugno alle 21, nell’ambito della rassegna “Note oltre i confini”, Celestini sarà ospite invece al Teatro Ruggeri di Guastalla con il reading I parassiti. Tre vite ai tempi del contagio con accompagnamento musicale di Gian Luca Casadei alla fisarmonica. “Ho scritto questi tre racconti come un diario – racconta l’artista – Ci ho messo quello che capitava nei giorni tra febbraio e giugno del 2020. Li ho scritti in poche ore e corretti nei giorni successivi cercando di non cambiare le impressioni a caldo, di non intromettermi con le notizie che arrivavano successivamente. «Il camminatore» è di marzo, «Le margherite» d’inizio aprile. «Lungomare» l’ho cominciato a maggio.” Ciascuno dei protagonisti dei racconti è a suo modo incapace di scendere a patti con la rinuncia e tenta di negare il dolore per farlo sparire aggrappandosi a una passeggiata o un abbraccio pur di sopravvivere, proprio come è accaduto a ciascuno di noi nei mesi pandemici in cui tutto quel che avevamo sempre dato per scontato si è sgretolato sotto i nostri occhi increduli.