- Data di pubblicazione
- 05/09/2017
- Ultima modifica
- 22/11/2017
U.GO, festival di danza contemporanea
Al Drama Teatro di Modena la prima edizione, dal 7 al 10 settembre
Danza di ricerca, artisti indipendenti, occasioni di studio e confronto creativo tra danzatori e coreografi italiani e internazionali, sono questi gli ingredienti della prima edizione di U.GO Festival, la rassegna dedicata alla danza contemporaneaal Drama Teatro di Modena dal 7 al 10 settembre.
Il programma si snoda tra performance serali, arricchite dagli incontri con gli artisti, e laboratori, mattutini e pomeridiani, aperti a tutti e guidati da Rete Infiorescenze di Bologna e dalla danzatrice e coreografa, Iris Heitzinger.
Venerdì 8 settembre alle 21.00 a Drama Teatro va in scena “T.I.N.A.”, la coreografia ideata e danzata da Giselda Ranieri e giocata sul filo tra reale e visionario e sul confronto tra personale e sociale, con piglio ironico e sconfinamenti onirici. Traendo ispirazione dal famoso acronimo coniato dalla Thatcher, la performance propone il racconto di una donna che cerca di definirsi tra parola e gesto e mille puntini di sospensione ansiogena, per far riflettere sulla situazione contemporanea che ha portato le premesse di allora quasi agli estremi opposti: dal “There Is No Alternative” all’odierno essere sommersi da una miriade di informazioni e conseguenti possibilità di azione, che però di fronte alle scelte da compiere producono spesso il paradossale effetto di paralisi. “Un mare magnum di occasioni che ipoteticamente si propone come orizzonte di felicità, si trasforma non di rado in realtà ansiogena dove persino l’io rischia di perdere la bussola – precisa Giselda Ranieri – T.I.N.A. rende omaggio a quanti condividono questo stato esistenziale ed emotivo. Un tributo offerto con spirito critico e ironia perché, se è giusto lottare per capire e liberarsi da una nuova schiavitù (la sindrome da iperconnessione), a volte un distacco ponderato può schiarire la visione d’insieme e riportare il soggetto al sé.” T.I.N.A è una produzione Aldes e vanta il sostegno di MIBACT – Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo.
Il giorno prima, giovedì 7 settembre, alle 18.30, Giselda Ranieri incontrerà il pubblico per sviscerare il concetto di umorismo legato al corpo. La coreografa precisa che non si tratta assolutamente di una conferenza; piuttosto di una chiacchiera aperta e inclusiva, di un confronto vivo su “Umorismi corporei”.
Sabato 9 settembre sarà la volta dello spettacolo dal titolo “The Warped Surface” ideato da Elena Giannotti, danzatrice e coreografa di Company Blu (produttrice della performance). Traducibile come “superficie curvata, distorta”, The Warped Surface è un assolo per un uomo, una partitura coreografica dove il movimento insegue la forma, le posture. Il lavoro prende in prestito l’uso del dettato, in senso biblico: l’uomo in scena – il danzatore Max Barachini– si relaziona con la conoscenza, come Adamo, immerso in un complesso dilemma, qui corporeo.
Domenica 10 settembre l’artista indipendente Iris Heitzinger presenterà ed eseguirà la sua coreografia “Short study on Nothing”, un esperimento tra performer e pubblico incentrata sul rapporto tra tempo e ricordo, tra il momento presente e il suo continuo fluire verso la memoria. Il suo punto di partenza è il movimento involontario e l’invito al pubblico di sperimentare questo ciclo assieme alla performer.
Iris Heitzinger condurrà anche un laboratorio intensivo, “Automatic constructions”. Tutti i pomeriggi del festival, dalle 14 alle 18, il laboratorio indagherà il potenziale creativo spontaneo del corpo, usando ancora l’esplorazione del tempo e dell’attesa (del distacco dai processi decisionali consci), come un trampolino per l’azione.
I laboratori mattutini – tutti programmati dalle 10 alle 12.30 – sono ideati dal bolognese Infiorescenze, un progetto curato da Ester Braga (danzatrice, insegnante, praticante di yoga e varie discipline di movimento) e Francesca Antonino (danzatrice e performer), che coinvolge diversi artisti del territorio e crea una rete di pratiche condivisa, accessibile a tutti.
Giovedì 7 settembre Francesco Manenti, pittore e performer che lavora nel campo del teatro, della performance e delle arti visive, guiderà un laboratorio dedicato all’interpretazione del colore e dei relativi stati d’animo. Sarà un viaggio attraverso il colore, un’indagine dell’influenza che il colore esercita sul nostro inconscio, per arrivare alle immagini del corpo, attivare cioè la visualizzazione di immagini.
Venerdì 8 settembre sarà la volta del laboratorio dal titolo “Soli si muore”. “Produrre, pensare, essere, è possibile solo in un contesto di riconoscimento – dicono le conduttrici di questo laboratorio, Ester Braga e Francesca Antonino– La pratica è il luogo dove le cose avvengono. La relazione è lo spazio in cui avvengono. Non io, non tu, ma lo spazio che c’è tra di noi. La densità del corpo, il tempo come qualità, lo spazio come relazione…” Il laboratorio avrà per fulcro l’energia, anzi le differenti energie che s’intersecano, e i partecipanti potranno sperimentare la potenza del gesto in un contesto di attenzione e di ascolto, ovvero all’interno di un’interazione.
Sabato 9 settembre Marianna Miozzo, danzatrice, coreografa e docente, condurrà “From pleasure to creativity”, un laboratorio che indagherà il piacere, sia quello legato alla sfera della corporeità che quello mentale e intellettuale, per andare verso il dis-piacere, ovvero verso i territori dell’immaginario e del simbolico capaci di incrinare attese, di scuotere e quindi aprire le porte alla creatività.
Infine, domenica 10 settembre Francesca Penzo, coreografa e performer che vive tra Bologna e Berlino, condurrà “Yes, I’m a witch”, un laboratorio che propone pratiche sul corpo di tradizione diversa, con l’obbiettivo di usare queste tecniche come strumenti per liberare il proprio potenziale sia fisico che spirituale. Si indagherà cosa significa lasciare andare, abbandonarsi, liberare energia e costruirne una nuova, rigenerarsi cioè attraverso un’intensa pratica fisica. Verrà praticato anche un rituale collettivo, in cui si perderanno i confini del proprio corpo e della propria percezione per esplorare un nuovo modo di essere gruppo.
Tra giovedì 7 e venerdì 8 settembre il festival offre anche sei repliche di una video-installazione performativa di e con Yari Stilo, performer e coreografo che focalizza il proprio interesse artistico su domande legate all’identità, alla propria immagine corporea e all’auto-rappresentazione. A Modena gli strumenti della sua performance, dal titolo “Homing Pigeon and Friends”, una sorta di negoziazione dal vivo tra Yari Stilo e il pubblico, saranno composti da un enorme video-proiezione, un largo divano e un grande libro, oltre alle musiche di Johann Sebastian Bach e Tango with Lions. Attraverso l’uso del suono, la fisicità e la vista, il pubblico (massimo quattro persone a replica) verrà incoraggiato a spostarsi continuamente tra lo schermo e il proprio spazio personale, ragione per cui la medesima coreografia produrrà ogni volta performance e conversazioni differenti.