- Data di pubblicazione
- 07/02/2025
- Ultima modifica
- 07/02/2025
Un balzo verso la gioia. Torna in scena “Due passi sono” di Carullo/Minasi
L’8 febbraio al Teatro Comunale di Argelato
Un piccolo pavimento a scacchi, con due sedie colorate, un pezzetto di pane, una lampada, un cucino, qualche giornale. È il micro-mondo in cui vivono Pé e Crì, i personaggi di una storia che racconta la possibilità di balzare fuori dai limiti imposti dalla vita, dal carillon in cui si ripetono i giorni tutti uguali, e di andarsi a prendere la felicità. “Due passi sono” per uscire a riveder le stelle. S’intitola proprio così lo spettacolo del duo siciliano Carullo/Minasi che tra il 2011 e il 2013, quando i due artisti erano ancora pressoché sconosciuti, riscosse un notevole successo e fece incetta di riconoscimenti conquistando il Premio Scenario per Ustica, il Premio In-Box e il Premio Internazionale T. Pomodoro. Quasi quindici anni dopo quello strepitoso debutto, lo spettacolo continua a emozionare il pubblico con la sua poetica ironia. Lo si vedrà in scena sabato 8 febbraio alle ore 21 al Teatro Comunale di Argelato per la Stagione Agorà.
Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi – Pé e Cri, appunto – raccontano le vicende di due piccoli esseri umani, un uomo e una donna dalle fattezze ridotte, che si ritrovano sul grande palco dell’esistenza, nascosti nel loro mistero di vita che li riduce dentro uno spazio sempre più stretto, dall’arredamento essenziale, stranamente deforme, come nel sogno di un bambino. Il carillon che imprigiona i due piccoli amanti è una soglia, un’anticamera della vita vera in cui è possibile immaginare lunghe braccia che conducano fuori mani libere di toccare e in cui si sogna un figlio e un cane. Due passi sono per “sognare davvero”, per infilarsi scarpe riposte da tempo e attraversare la soglia della felicità, per tirare fuori da un cuscino un velo bianco e un abito da sposa e scambiarsi inedite promesse d’amore al gusto di poesia. La coppia racconta così la rivincita di chi, pur avendo visto in faccia la morte, si è tuffato nella vita.
“Laddove la quotidianità ha preso le sembianze della patologia, due piccoli giganti combattono una dolce e buffa battaglia per imparare a non fuggire dalla vita, usando le armi della poesia e dell’autoironia. Ma la struggente consapevolezza del limite, anziché spegnere desideri e speranze, diventa per loro il grimaldello con cui forzare la porta del futuro” recitava la motivazione del meritato Premio Scenario per Ustica che vinsero nel 2011.