Un palco diffuso per il grande teatro. La quarta edizione di Agorà

Dal 28 settembre al 24 maggio nei comuni dell’Unione Reno Galliera

25 settembre 2019

“Uno straordinario volo nel paesaggio della scena artistica contemporanea; uno speciale teatro diffuso nei teatri, nei musei, nelle ville storiche, nelle biblioteche, negli spazi culturali e nei paesaggi naturali e inediti dei comuni della Unione Reno Galliera”. La racconta così, Elena Di Gioia, la quarta edizione di Agorà, l’originale stagione itinerante che attraversa Castel Maggiore, Argelato, Castello d’Argile, Pieve di Cento, Bentivoglio, Galliera, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale, portando nei luoghi della cultura e su palcoscenici inventati e inediti, il meglio della produzione teatrale italiana, con qualche perla internazionale e progetti speciali costruiti ad hoc per il territorio.

Pregio del ricchissimo cartellone, che prevede ben trentasei spettacoli con oltre trenta compagnie coinvolte e tre laboratori, è la fusione senza soluzione di continuità tra il lavoro di maestri straordinari e artisti giovani e vulcanici alle prese con un linguaggio in piena formazione, proprio come nel caso dell’appuntamento inaugurale del 28 settembre. Nato da un incontro suggerito da Elena Di Gioia, al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore debutta Se mi dicono di vestirmi da italiano non so come vestirmi di e con Paolo Nori e Nicola Borghesi, per la prima volta insieme in un lavoro ironico e pungente. Nel corso dei mesi si avvicenderanno poi pietre miliari della scena come il drammaturgo e attore partenopeo Enzo Moscato, ospite con uno spettacolo musicale, e Roberto Abbiati e Claudio Morganti, che arrivano ad Agorà con un’imperdibile, raffinatissimo Circo Kafka ispirato al celeberrimo Processo dell’autore ceco. Tra i molti straordinari “affabulatori” spiccano invece Ascanio Celestini, in scena con le sue irriverenti Barzellette, Giuliana Musso, con il suo ultimo La Scimma ispirato ancora a Kafka, Mario Perrotta, che presenta In nome del padre, primo capitolo di una nuova trilogia dedicata alla famiglia, Saverio La Ruina, che con il suo Mario e Saleh offre uno sguardo inedito sull’immigrazione,  Andrea Cosentino, Premio Speciale UBU 2018 che racconta i nostri Primi passi sulla luna con il suo stile ironico e tagliente, e Oscar De Summa che torna ai miti con il nuovo #Prometeo che lo vede in scena insieme a Marina Occhionero, Rebecca Rossetti e Luca Carbone.

 Un occhio di riguardo è rivolto poi alle generazioni di teatranti più giovani ma già molto affermati come Liv Ferracchiati, che ad Agorà presenta Un eschimese in Amazzonia, uno dei tre lavori della sua applaudita trilogia sull’identità di genere, Marta Cuscunà, in scena per la Giornata della Memoria con È bello vivere liberi, lavoro ispirato alla biografia della partigiana Ondina Peteani, da lei ideato, scritto, diretto e interpretato, i bolognesi di Kepler-452 che ripensano il loro dispositivo itinerante Lapsus Urbano per raccontare la Resistenza nelle vie di Castel Maggiore e Serena Balivo e Mariano Dammacco, invitati a guidare un laboratorio per attori.

Tra le novità da segnalare c’è Shakespearology il nuovo lavoro dei Sotterraneo, compagnia premio Ubu 2018, a cui Agorà dedica un focus insieme ad Ater, Teatro Comunale Laura Betti, in collaborazione con ERT, Ateliersì, Teatro dei Segni, Ravenna Teatro e Scenario Festival, e la presenza per la prima volta in Italia (nell’ambito di un progetto condiviso con ERT) di Ivan Vyrypaev, tra i più interessanti autori della scena internazionale, di cui la Compagnia Big Action Money porterà in scena in esclusiva nazionale il testo Illusioni. Sul fronte danza arriva invece l’applauditissimo Graces di Silvia Gribaudi, opera esilarante sul senso vero della bellezza secondo la coreografa, e il progetto speciale di Fabrizio Favale/Le Supplici, ovvero una nuova edizione del progetto speciale Le stagioni invisibili, quattro performance di danza dirette da Fabrizio Favale a scandire il passaggio delle quattro stagioni in straordinari luoghi naturali e all’aperto del territorio di Agorà.

 Sul crinale della letteratura e delle “lettere” viaggiano invece la compagnia ravennate Fanny & Alexander, in scena con Se questo è Levi, maratona teatrale in tre tappe sull’opera di Primo Levi che sarà eccezionalmente allestita nelle sale del Castello di Bentivoglio/Istituto Ramazzini, Elena Bucci e Marco Sgrosso con Ottocento, un viaggio attraverso romanzi indimenticabili e personaggi emblematici del secolo “romantico” per eccellenza (mentre Sgrosso inaugura anche un nuovo progetto dedicato a Bernhard con la lettura A colpi d’ascia – un’irritazione), Maurizio Cardillo che legge Domenica di Vargas Llosa, Premio Nobel per la letteratura nel 2010, e Paolo Nori, che guiderà un gruppo di persone in un laboratorio per raccogliere memorie, aneddoti, storie sui soprannomi della città e della provincia di Bologna.

 Ancora le parole sono protagoniste del progetto portato avanti dall’attrice Anna Amadori (anche alla guida di un laboratorio) e dal drammaturgo francese Fabrice Melquiot: dopo la mise dopo la mise en lecture de I girasoli, presentata nella scorsa edizione di Agorà, arriva adesso lo spettacolo vero e proprio, con un cast di quattro attrici d’eccezione che accanto ad Amadori vede Consuelo Battiston, Marina Occhionero (fresca vincitrice del Premio Virginia Reiter come migliore attrice), Giuliana Bianca Vigogna, e la musica in scena del Quartetto Senzaspine. Parole, aneddoti e divagazioni sono anche gli elementi su cui si fonda Scavi di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, che con Francesco Alberici raccontano in una performance emozionante la ricerca fatta su Michelangelo Antonioni per lo spettacolo Quasi niente. Tutta da gustare per i veri appassionati d’arte è Scampoli, la conferenza spettacolo di Massimiliano Civica che racconta curiosità, aneddoti, episodi della vita di alcuni protagonisti del mondo del teatro e del cinema.

Un’esperienza insolita è invece quella che il pubblico sarà invitato a vivere con lo spettacolo in prima nazionale, Bestiario Immaginato. Incontri con creature mai toccate dalla luce del sole di Francesca Mazza e del Teatrino Giullare, un percorso teatrale per due spettatori alla volta, ideato appositamente all’interno del Museo Casa Frabboni.

Non mancano infine gli appuntamenti musicali: primo fra tutti Vedo ancora una piccola porta di Mariangela Gualtieri, nuovo “rito sonoro” della poetessa cesenate che continua a indagare il rapporto tra verso poetico e musica dal vivo con Stefano Aiolli, giovane strumentista e compositore toscano, e poi il Premio Alberghini, i progetti di Cantodiscanto, del coro Arcanto. Gran finale danzante il 23 maggio al centro sociale anziani Pertini di Castel Maggiore, dopo uno spettacolo con la coppia formata da Nicola Borghesi di Kepler-452 e Lodovico Guenzi, voce de Lo Stato Sociale. I due artisti presentano infatti Capitalismo magico, una passeggiata di due amici di una vita, appunto, “storditi e disorientati nell’alba dei trent’anni, alla ricerca di ciò che nella realtà ancora pulsa di una viva, inspiegabile, perturbante magia”.

 La Stagione Agorà è promossa dall’ Unione Reno Galliera con il contributo della Regione Emilia-Romagna ed è prodotta dall’Associazione Liberty.