- Data di pubblicazione
- 28/09/2022
- Ultima modifica
- 28/09/2022
Il suono in cui viviamo. ROBOT13
Dal 5 all’8 ottobre a Bologna
Immergersi nelle trasformazioni del “suono in cui viviamo”. La citazione, tratta da un titolo del saggio del musicologo Franco Fabbri, fa da guida per la tredicesima edizione di ROBOT, il festival internazionale di musica elettronica e arti digitali che dal 5 all’8 ottobre approfondisce e celebra a Bologna una delle più vive questioni del presente: il rapporto con la tecnologia. L’appuntamento, come prima delle limitazioni covid, è con una galassia di spazi, che dal DumBo si allarga a Palazzo Re Enzo, l’Accademia delle Belle Arti, l’Oratorio di San Filippo Neri e il TPO.
“La volontà precisa di questa edizione di ROBOT è rimettere la musica al centro – racconta Marco Ligurgo, direttore artistico del festival –, lasciando che si riappropri appieno dei suoi spazi e del suo pubblico dopo le limitazioni degli ultimi due anni. Da qui nasce una ricerca artistica comprendente un pluralismo espressivo proveniente da ogni angolo del globo, capace di affascinare gli appassionati e di far vivere un’esperienza unica a chiunque abbia voglia di divertirsi ed abbandonarsi alle sensazioni dell’arte e della musica”. Tra gli ospiti davvero da non perdere in questa edizione c’è il dj e produttore francese Laurent Garnier, che rappresenta più di chiunque altro lo spirito passionale del club, e la cui esperienza di vita e professionale è stata raccontata nel flm Off the Record.
Nella quattro giorni si potranno incontrare alcuni dei protagonisti assoluti della ricerca più radicale (Ben Frost, Skee Mask, Zenker Brothers) o di quella più eterea (Caterina Barbieri, Pantha Du Prince, Lyra Pramuk), l’italiana Eva Geist, l’inglese Loraine James, e il cosmopolitismo techno di TSVI e object blue, l’antagonismo rigoroso di Brutal Casual, la visione ‘architettonica’ di Luce Clandestina. E, a proposito di classici, il ritorno del leggendario duo composto da Miss Kittin & The Hacker. Con loro ci saranno anche la prismatica ‘urban culture’ della francese Crystallmess, gli Giant Swan, la dancehall da terzo millennio nata dall’esplosivo incontro tra l’africana MC Yallah e il francese Debmaster e le complesse tessiture del decostruttore/ricostruttore dei parametri della musica da dancefoor Gabor Lazar. Due appuntamenti da non perdere sono all’Oratorio San Filippo Neri, dove il 7 ottobre sbarca la groenlandese Courtesy, tra le migliori rappresentanti del ritorno della scena rave/progressive, anticipata dalla cileano-norvegese Carmen Villain, mentre l’8 arriva il bosniaco Mario Batkovic che farà risuonare lo spazio di riverberi, sovrapposizioni, magie, con la sua fisarmonica contemporanea. Ad anticiparlo, le danesi Sofe Birch e Nana Pi.
La scena italiana è ben rappresentata con Salò (Toni Cutrone, Emiliano Maggi, Giacomo Mancini, Stefano Di Trapani) e il loro bizzarro “Rinascimento Romano”, tra le produzioni esclusive per ROBOT insieme alla collaborazione tra il visionario sound artist Riccardo La Foresta e l’inglese James Ginzburg, nume tutelare della musica dubstep prima, sperimentatore a trecentosessanta gradi poi con gli Emptyset. Altra produzione speciale, stavolta in collaborazione col festival umbro Dancity, è quella che vede sul palco insieme la sassofonista Laura Agnusdei e le architetture digitali di Daniele Fabris. Tra le prime apparizioni al festival, inoltre, l’affascinante Nziria, alter ego dell’artista Tullia Benedicta fra techno, trance e neomelodico napoletano. Tra i dj set, invece, Speaking Minds, dj/producer italiano emergente e, da Bologna, Carolina Martines e Filibalou. Immancabile infine RBT KIDS, sezione del festival dedicata a bambine e bambini.
ROBOT Festival è un progetto dell’Associazione Culturale Shape sostenuto da Ministero Della Cultura – Direzione Generale Spettacolo dal Vivo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.