- Data di pubblicazione
- 13/06/2019
- Ultima modifica
- 13/06/2019
Quando la vita ti viene a trovare. Lucrezio e Seneca secondo Dionigi
Il 20 giugno a Ravenna lo spettacolo diretto da Vetrano e Randisi
Politica o antipolitica, credere o capire, otium o negotium, solitudine o società, leggi del cosmo o leggi dell’io? A interrogarsi sulla insanabile duplicità tra l’essere e il non essere, il fare o il non fare, di cui è innervata l’esistenza umana fin dalle sue origini e fondamento delle più grandi opere prodotte dal nostro occidente, sono stati molto prima di noi gli antichi, quegli autori poi divenuti classici ai quali ciclicamente torniamo per “intelligere” qualcosa di più del presente; e non solo attraverso le parole per la scena dei grandi tragediografi e commediografi, ma anche tra le pagine poetiche di autori come Lucrezio e Seneca, simbolo di due concezioni rivali del mondo. Per la prima volta nelle vesti di drammaturgo, Ivano Dionigi, professore ordinario di letteratura Latina a Bologna, e Magnifico Rettore dell’Alma Mater dal 2009 al 2015, che a questi due poeti ha consacrato una vita di studi, ha fatto dialogare le ragioni dell’uno con quelle dell’altro, dando vita a un immaginario incontro tra giganti portato sul palco da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, in prima nazionale al Teatro Alighieri di Ravenna, il 20 giugno alle 21, nel cartellone di Ravenna Festival.
Quando la vita ti viene a trovare, s’intitola, lo scontro-incontro inedito che all’otium e al vivere appartati del primo, che ritiene la religione frutto di ignoranza e causa di affanni, oppone il negotium del secondo, ovvero l’impegno politico che si sposa alla religio romana (salvo poi defilarsi dalla scena pubblica per scrivere il De otio, in cui elogia a sua volta la vita ritirata). “La forza dei classici – sostiene infatti Dionigi – è nell’essersi posti, ben prima di noi, quelle domande che ancora oggi sentiamo come fondamentali. Lucrezio e Seneca, a un secolo di distanza l’uno dall’altro, si sono occupati, con visioni profondamente opposte, di politica, di religione, della felicità, dell’amore e della morte”. Ad accompagnare Vetrano e Randisi, che del testo edito da Laterza hanno curato anche la regia, Gianni Trovalusci al flauto e tubi sonori, Roberto Bellatalla al contrabbasso, con le musiche originali di Alessandro Cipriani, le scene i costumi di Mela Dell’Erba e video e luci di Antonio Rinaldi.
Lo spettacolo è prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Ravenna Festival, Cooperativa Le tre corde – Compagnia Vetrano/Randisi.