Il dolore di una madre. Ana contra la muerte di Gabriel Calderón

In prima nazionale al Teatro Storchi dal 15 al 23 maggio

16 maggio 2021

 Riaprono i teatri in regione e anche il palcoscenico modenese di Ert fondazione torna ad accogliere il suo pubblico dopo molti mesi di stop. Il sipario del Teatro Storchi si rialza il 15 maggio alle 19 con la prima nazionale di un’inedita versione italiana del nuovo lavoro di Gabriel Calderón che resterà in scena fino al 23 maggio (domenica ore 16). Ana contra la muerte: s’intitola così lo spettacolo del drammaturgo e regista che con questa nuova produzione consolida la sua collaborazione con ERT. Enfant prodige del teatro uruguaiano, Calderón è oggi riconosciuto tra i maestri della scena contemporanea e invitato nei più prestigiosi festival e teatri internazionali, tra cui il Vie Festival organizzato da ERT, che nel 2019 ha presentato per la prima volta in Italia il suo spettacolo Ex-que revienten los actores. Per il Teatro Nazionale dell’Emilia-Romagna ha poi guidato gli allievi del corso di Dramaturg della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro in due progetti, e firmato la drammaturgia de La mia infinita fine del mondo con la regia di Lino Guanciale.

 Nell’ERT a guida Claudio Longhi, Calderón è diventato insomma un artista di casa portando in dote il talento di una scrittura umoristica e fantasiosa. Non in quest’ultimo spettacolo però. Per Ana contra la muerte il drammaturgo cambia infatti registro, adattando la propria scrittura al tema dell’opera: una madre che lotta disperatamente per salvare la vita al proprio figlio. Protagonista del testo (pubblicato nella collana Linea edita da Luca Sossella) è una donna che affronta innumerevoli prove per cercare di salvare la vita di suo figlio malato, perché non può permettersi altre cure, ma neppure lasciare che muoia. A vestirne i panni è Anna Gualdo, interprete fra gli altri di registi come Luca Ronconi, Massimo Castri e ricci/forte, qui in scena assieme a cinque attrici, Chiara Alonzo, Fonte Fantasia, Paola Francesca Frasca, Lisa Imperatore, Chiara Tomei, selezionate da un corso di Perfezionamento attoriale della Iolanda Gazzerro, che il regista ha condotto nel 2020 insieme al connazionale Sergio Blanco.

Famiglia, violenza e morte restano dunque temi cari a Calderón, in perfetta continuità con la precedente produzione, ma con una sostanziale svolta formale. Per l’occasione, infatti, il drammaturgo torna alle radici del dramma.Da tempo – spiega – sentivo il bisogno di provare un altro tipo di scrittura e dopo il debutto del mio ultimo spettacolo nel 2018, ho sentito la necessità di sperimentare. Per questo, invece di progredire o di lanciarmi sul nuovo, mi sono rivolto alle origini della scrittura teatrale trovando nel dialogo un buon punto di partenza. Ho immaginato tutti i dialoghi difficili che una madre deve affrontare quando è spinta, legittimamente, a fare l’impossibile per salvare la vita di suo figlio. È così che è nato Ana contra la muerte: lo spettacolo ha origine da un’esperienza dolorosa e personale come la morte di mia sorella a 35 anni. Mi sono convinto a cambiare radicalmente la sostanza della mia drammaturgia e a rispettare l’entità e il dolore che l’argomento stesso richiedeva”.