- Data di pubblicazione
- 20/12/2022
- Ultima modifica
- 21/12/2022
Vanessa Goikoetxea e Riccardo Frizza chiudono la stagione sinfonica del Comunale
Il 23 dicembre all’Auditorium Manzoni
Sulle note di Respighi, Strauss e Čajkovskij il 23 dicembre alle 20.30 (preceduto dall’ultimo incontro della rassegna Note a Margine) si chiude la Stagione Sinfonica del Teatro Comunale di Bologna. L’appuntamento è all’Auditorium Manzoni con due protagonisti d’eccezione: il soprano Vanessa Goikoetxea e il direttore d’orchestra Riccardo Frizza.
Ospite di grandi palcoscenici internazionali come quello del Metropolitan di New York, della Royal Opera House di Londra, dell’Opéra di Parigi, del Teatro alla Scala e della Staatsoper di Vienna e di Berlino, e vincitrice nel 2015 degli International Opera Awards, a Bologna Goikoetxea interpreta i Vier letzte Lieder (Quattro ultimi Lieder) op. 150 di Richard Strauss, testamento musicale del compositore che li completò nel 1948, un anno prima della morte (e infatti sembra raccontare il tramonto della propria vicenda terrena) ma anche a seguito del disastro e delle atrocità della Seconda Guerra Mondiale. Direttore musicale del Festival Donizetti Opera di Bergamo e Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica e del Coro della Radio Ungherese, vincitore nel 2021 del Premio Ópera XXI, Frizza torna invece sul podio dell’Orchestra del TCBO, dopo aver appena diretto La traviata che ha chiuso la Stagione lirica al Teatro EuropAuditorium, e propone in concerto anche il Trittico botticelliano di Ottorino Respighi e la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
“Si comincia con l’atmosfera rarefatta del Trittico botticelliano, realizzato da Respighi in stato di grazia, – commenta Frizza – lontano dalla sonorità esplosiva dei grandi poemi sinfonici, ma altrettanto efficace nel rappresentare le forme e i colori della pittura botticelliana. La luminosità del Trittico introduce e amplifica l’atmosfera dei Vier letzte Lieder di Strauss, il capolavoro che esalta tutto il lirismo delle parole di Joseph von Eichendorff e Hermann Hesse, esprimendo il tramonto sia del classicismo sia dell’eredità del compositore. Il programma si chiude con un altro capolavoro: la Quinta Sinfonia di Čajkovskij. È un lungo brano struggente, in cui incombe il tema del destino. Ma allo stesso tempo è un tesoro di tanta e così grande bellezza da essere una delle sinfonie più ispirate, amate e frequentemente eseguite”.