Rette parallele sono l'amore e la morte | Intervista a Oscar De Summa

Al Teatro delle Moline di Bologna dal 19 novembre al 1° dicembre

21 novembre 2024

C’è una vicenda personale ma anche la fisica quantistica all’origine di Rette parallele sono l’amore e la morte, nuovo spettacolo di Oscar De Summa, co-prodotto da ERT/Teatro Nazionale.  Dopo il debutto in prima nazionale al Romaeuropa Festival lo vedremo al Teatro delle Moline di Bologna dal 19 novembre al 1° dicembre. Abbiamo incontrato De Summa alle Moline, ecco cosa ci ha raccontato:

 

 

I ricordi, l’esperienza vissuta sulla propria pelle negli anni della giovinezza sono il serbatoio prediletto di un attore e autore che ha raccontato come pochi luci e ombre della vita in una provincia del sud come tante altre. Pugliese di origini, ma bolognese di adozione, De Summa ha ottenuto molti riconoscimenti proprio con la sua Trilogia della Provincia, che comprende i tre pluripremiati monologhi (molto apprezzati anche in Francia) Diario di provincia, Stasera sono in vena e La sorella di Gesù Cristo.

Il nuovo spettacolo è una riflessione sulla relazione che continua a esistere fra due persone lontane che nel passato hanno vissuto una accanto all’altra senza frequentarsi. Una riflessione sulla vita e sulla morte, sulla paura di andarsene senza lasciare traccia nel mondo e di far cadere i rapporti nell’oblio. La storia ruota attorno al ricordo di una ragazza che emerge dalla memoria dell’infanzia, una vicenda che anche stavolta s’intreccia indissolubilmente con la vita dell’autore. Non una ma tre storie intrecciate fra di loro che lasciano emergere l’immagine di “due volti che si guardano dritti negli occhi a distanza di tempo, a distanza di spazio”.

“Mariarosaria – dice De Summa – era una ragazza che abitava accanto a casa mia quando, da ragazzo, vivevo in Puglia con la quale però, io, a dire la verità, non avevo avuto mai nulla da condividere. Intanto perché le nostre famiglie non si frequentavano. Avevano avuto degli screzi nel tempo che le aveva allontanate tra di loro e poi perché lei, Mariarosaria… beh lei era una ragazza che frequentava il liceo, studiava pianoforte, si interessava di filosofia, tutte cose che la rendevano diversa, lontana dal nostro mondo di adolescenti decisi a divertirsi senza pensare troppo alle conseguenze delle nostre azioni”.

La scoperta della morte di questa ragazza arriva con un tempismo particolare. Proprio quando De Summa, molti anni dopo, decide di raccontare la storia di questa giovane donna e della sua infatuazione per un suo amico, un amore frenato sul nascere dalla famiglia di lei, scopre che nello stesso giorno in cui ha iniziato a scriverne Mariarosaria è morta. Questa coincidenza lo colpisce e lo porta a scrivere un testo che intreccia il vissuto personale con la fisica quantistica, scovando in questa scienza le ragioni per le quali due vite sembrano restare inscindibilmente legate.

“C’è un esperimento detto entanglement – scrive l’autore – che dice che se mettiamo in relazione due particelle per un tempo sufficiente, poi, anche se le separiamo queste restano collegate tra di loro. Tanto che se io intervengo su una, l’altra reagirà allo stimolo proprio come se avessi agito su di lei. Per questa relazione al momento non esiste nessuna spiegazione plausibile ma il dato di fatto è che c’è ed è efficace. Non posso non fare un’associazione tra ciò che mi è successo e quello che è successo a Mariarosaria: siamo legati in modo indissolubile? E lo siamo anche con tutto quello con cui siamo entrati in relazione? Queste le domande alla base del mio nuovo lavoro che indaga, attraverso una scienza ancora incapace di dare spiegazioni, il valore della nostra vita”.

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Intervista a Oscar De Summa