Ancora a Mahagonny. L’opera di Brecht e Weill in un nuovo allestimento a Reggio Emilia

Il 13 e 15 maggio al Teatro Valli

13 maggio 2022

Ci separa ormai quasi un secolo da quel 1930 in cui Bertolt Brecht e Kurt Weill, già reduci dal successo dell’Opera da tre soldi, unirono ancora una volta le loro forze creative di drammaturgo e compositore per dare vita all’opera in tre atti Ascesa e caduta della città di Mahagonny, uno straordinario, insuperato, profetico manifesto sulle insidie del capitalismo. Novantadue anni dopo la città trappola immaginata da Brecht in cui tutto è possibile purché ci si voti al dio denaro è più attuale che mai. Con un nuovo allestimento della celebre opera, il 13 maggio alle 20 e il 15 maggio alle 15.30, al Teatro Municipale Valli si chiude la stagione lirica della Fondazione I Teatri, co-produttore dell’allestimento assieme al Regio di Parma.

La regia è di Henning Brockhaus, che racconta Mahagonny come “metropoli del piacere e del divertimento, un paradiso del whisky, del mangiare senza limiti, dei bordelli lussuriosi. È un luogo dove i soldi possono tutto, ma alla fine non servono a niente: non si compra la felicità. Il protagonista Jim Mahoney, con impeto da rivoluzionario del capitale, impone la legge del ‘tu puoi fare tutto’. Tutti cercano il godimento e il divertimento soltanto nei soldi, quindi il loro desiderio è limitato e contorto. Jim diventa alla fine la vittima delle sue intenzioni: indebitandosi per aiutare un compagno chiede un prestito che gli viene negato, così viene condannato a morte perché non ha più soldi. Non avere soldi è rigorosamente vietato a Mahagonny. Alla fine la città precipita in rovina, fra le proteste dei cittadini che condannano le atrocità del capitalismo e si ribellano con violenza. Per questa messa in scena abbiamo creato nel fondo della scenografia il mondo dei poveri e degli sfruttati. Questi esistono come un’ombra, ma la loro presenza è angosciante. L’ispirazione per le scene e i costumi è venuta anche dalla pittura americana di Edward Hopper: l’America ha creato il sogno della felicità con il capitalismo, ma la ricchezza è basata sul crimine. In Mahagonny gli imprenditori sono prima criminali e poi giudici di loro stessi. Fondano la città del godimento che promette di realizzare tutti i sogni: l’utopia del piccolo borghese”.

Christopher Franklin dirige l’opera per la prima volta sul podio dell’Orchestra dell’Emilia-Romagna “Arturo Toscanini” e del Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani. “Ascoltando l’esito di questo lavoro a quattro mani – scrive Franklin – si percepisce in modo chiaro quanto il compositore abbia dato massima libertà alle sue forze creative per mettere in scena questa bizzarra vicenda. Un aggettivo spesso usato per descrivere questa musica è “decadente”: definizione che potrebbe anche rispecchiare perfettamente il contesto in cui l’opera è nata, la Repubblica di Weimar. Non a caso quando i nazisti presero il controllo della Germania nel 1933, la musica di Weill fu censurata ed egli stesso fu costretto a fuggire dal Paese”.

In scena Christopher Lemmings (nei ruoli di Tobby Higgins e Jack O’Brien), Alisa Kolosova (al debutto nel ruolo di Leokadja Begbick), Chris Merritt (Fatty), Zoltan Nagy (Trinity Moses), Anne-Marie Kremer (al debutto nel ruolo di Jenny Hill), Tobias Hächler (al debutto nel ruolo di Jimmy Mahoney), Horst Lamnek (Bill), Jerzy Butryn (Joe), Roxana Herrera, Elizabeth Hertzberg, Yuliia Tkachenko, Cecilia Bernini, Kamelia Kader, Mariangela Marini (sei ragazze di Mahagonny), Filippo Lanzi (Un narratore). Le scene di Margherita Palli, le luci di Pasquale Mari, i costumi di Giancarlo Colis, i video di Mario Spinaci, le coreografie di Valentina Escobar contribuiscono a disegnare l’ambientazione surreale e distopica in cui Mahagonny da città ideale diventa società marcia, corrotta, governata dalle leggi più bieche del capitalismo.