Antonio e Cleopatra: un’infinita libertà. Intervista a Valter Malosti

Dal 25 al 28 gennaio al Teatro Alighieri di Ravenna

17 gennaio 2024
È un’opera raramente rappresentata in Italia, Antonio e Cleopatra, ma è tra le vette poetiche del corpus drammatico di William Shakespeare. A offrire al pubblico l’opportunità di riscoprire la tragedia-capolavoro del Bardo è una nuova regia di Valter Malosti, che ne firma traduzione e adattamento assieme alla studiosa Nadia Fusini. Lo spettacolo coprodotto da ERT/Teatro Nazionale con una prestigiosa rete di teatri nazionali e stabili, dopo il debutto  in prima assoluta al Teatro Storchi di Modena, è ora in scena a Bologna, al Teatro Arena del Sole, dal 17 al 21 gennaio. La tournée  proseguirà il 23 gennaio al Teatro Asioli di Correggio e dal  25 al 28 gennaio al Teatro Alighieri di  Ravenna. Dopo un lungo tour in Italia, approderà al Piccolo di Milano all’inizio di giugno. Abbiamo incontrato il regista alla vigilia del debutto bolognese, ecco cosa ci ha raccontato:

Nei panni dei due protagonisti lo stesso Malosti e Anna Della Rosa, già molto applaudita per la sua interpretazione della regina d’Egitto in Cleopatràs di Testori. Assieme a loro un ricco cast di attrici e attori affermati e giovani talenti che comprende Danilo Nigrelli, Dario Battaglia, Massimo Verdastro, Paolo Giangrasso, Noemi Grasso, Ivan Graziano, Dario Guidi, Flavio Pieralice, Gabriele Rametta, Carla Vukmirovic, mentre a firmare i vari aspetti della messa in scena grandi maestri e maestre del teatro italiani, molti dei quali premiati agli UBU 2023, ovvero Margherita Palli (scenografa), Cesare Accetta (direttore della fotografia e light designer) e GUP Alcaro, sound designer. I costumi sono di Carlo Poggioli e la cura del movimento del regista e coreografo Marco Angelilli.

A questo lavoro Malosti arriva dopo un lungo percorso shakespeariano che lo conduce oggi fino all’esplorazione della tragedia del Bardo che, attraverso la relazione tra Cleopatra e Marco Antonio dalla guerra contro i Parti fino al suicidio di Cleopatra, racconta l’incontro e il conflitto tra Oriente e Occidente, un conflitto politico ma anche scientifico. “I due straripanti protagonisti – spiega il regista – eccedono ogni misura per affermare la loro infinita libertà. Politicamente scorretti e pericolosamente vitali, al ritmo misterioso e furente di un baccanale egiziano vanno oltre la ragione e ai giochi della politica. Inimitabili e impareggiabili, neanche la morte li può contenere”. “Di Antonio e Cleopatra – prosegue il regista – la mia generazione ha impresso nella memoria soprattutto l’immagine, ai confini con il kitsch, e vista attraverso la lente d’ingrandimento del grande cinema (grande davvero vista la regia di Joseph L. Mankievicz) di Hollywood, della coppia Richard Burton/Liz Taylor. Ma su quest’opera disincantata e misteriosa, che mescola tragico, comico, sacro e grottesco, su questo meraviglioso poema filosofico e mistico (e alchemico) che santifica l’eros, che gioca con l’alto e il basso, scritto in versi che sono tra i più alti ed evocativi di tutta l’opera shakespeariana, aleggia, per più di uno studioso, a dimostrarne la profonda complessità, l’ombra del nostro grande filosofo Giordano Bruno: un teatro della mente”.

Una scena in particolare ispira l’allestimento di Malosti, l’ultima inquadratura dell’opera, quella in cui Cesare Ottaviano, dopo la beffa politica del suicidio di Cleopatra, concede ai due una imperitura tomba comune ed esige dai suoi il “massimo ordine” relativamente al rito di sepoltura con tutto l’esercito schierato. Massimo ordine che vuole cancellare per sempre il massimo disordine. “Ed è, istintivamente, proprio dall’immagine per me ineludibile di questa tomba-monumento che è iniziata la nostra ricerca su Antonio e Cleopatra. Ho chiesto a Margherita Palli di creare una scena-tomba, con gli strati della storia (millenari) visibili, è un mausoleo di oggi che ospita tombe antiche di antichi ospiti, i fantasmi, le ombre come Shakespeare le chiamava, che sono l’essenza del teatro. Sono dei morti che qui ci parlano con una pienezza di vita e una presenza più viva della vita, grazie alla poesia”.

In occasione della replica bolognese del 20 gennaio, alle 17.00, è in programma un incontro con Valter Malosti, Anna Della Rosa e Nadia Fusini, moderato da Enrico Pitozzi, nell’ambito del ciclo Conversando di Teatro.

Per Teatro No Limits, la replica del  21 gennaio sarà audiodescritta, grazie alla collaborazione con Centro Diego Fabbri di Forlì e con il sostegno di Gruppo Hera.

 

Video

Intervista a Valter Malosti