Argante nella vasca da bagno. Il malato immaginario secondo Andrea Chiodi

Il 28 gennaio a Scandiano e il 29 e 30 gennaio a Bagnacavallo

20 gennaio 2025

È uno dei fatti più noti della storia teatrale: il 17 febbraio 1673, dopo aver concluso una recita del Malato Immaginario, Molière ebbe una crisi (era malato di tubercolosi) e morì. Malattia, ipocondria, cura e complicato rapporto con i medici s’intrecciano nella finzione e nella vita. “Molière – scrive Giovanni Macchia, tra i francesisti più autorevoli del Novecento – è uno scienziato delle nevrosi”. È un uomo malato, che teme di morire, ma che sa anche che ridere e far ridere è una difesa contro quelli che erano i suoi stessi mali: la gelosia, il dolore, l’ansia, la malinconia. C’è, dunque, dietro commedie che sembrano fatte di comicità persino farsesca, l’ombra di un autoritratto, un gioco, dice Macchia, tra assenza e presenza.

Sembra ricordare proprio questo la scelta del regista Andrea Chiodi di farci incontrare il protagonista Argante non in un salotto ma immerso in una vasca, a lavoro con la macchina da scrivere. La vita come cura continua. Nella sua versione del classico molieriano (con adattamento e traduzione di Angela Dematté), che si vedrà al Cinema Teatro Boiardo di Scandiano il 28 gennaio e al Teatro Goldoni di Bagnacavallo mercoledì 29 e giovedì 30 gennaio alle ore 21, Chiodi parte proprio da questo rapporto con la medicina e la cura: “la mia esplorazione e curiosità per questo testo – spiega – inizia da questa battuta di Molière: ‘Quando la lasciamo fare, la natura si tira fuori da sola pian piano dal disordine in cui è finita. È la nostra inquietudine, è la nostra impazienza che rovina tutto, e gli uomini muoiono tutti quanti per via dei farmaci e non per via delle malattie’. Una visione che fa un po’ paura, ma che, allo stesso tempo, mi intriga moltissimo”.

Lo spettacolo vede protagonista Tindaro Granata – a ripetere il tandem di successo già sperimentato con altri classici come La locandiera di Goldoni e La bisbetica domata di Shakespeare, e co-protagonista Lucia Lavia, assieme ad Angelo Di Genio, Emanuele Arrigazzi, Alessia Spinelli, Nicola Ciaffoni,
Emilia Tiburzi, Ottavia Sanfilippo. Saranno loro a dare vita a una versione onirica e irriverente delle iconiche vicende familiari dell’ipocondriaco Argante, circondato da medici inetti e furbi farmacisti, felici di alimentare le sue ansie per tornaconto personale. Come l’avaro Arpagone, Argante è vittima di se stesso e burattino di chi gli sta intorno, prigioniero della sua stessa paura, un’ossessione – l’ipocondria – che in questa nuova versione del capolavoro di Molière diventerà piena protagonista.