Con Capitolo Due di Neil Simon, Civica porta in scena la tragicommedia della vita

Dal 30 gennaio al 2 febbraio al Teatro Storchi di Modena

28 gennaio 2025

Dopo il successo delle tappe di Romaeuropa, Torino, Genova e Prato, dal 30 gennaio al 2 febbraio il Teatro Storchi di Modena ospita Capitolo Due, il nuovo lavoro diretto da Massimiliano Civica, regista e direttore artistico del Teatro Metastasio di Prato. Scritto da Neil Simon, Premio Pulitzer nel 1991, uno degli autori più rappresentati a Broadway, noto per classici della modernità come “La strana coppia” e “A piedi nudi nel parco”, Capitolo Due è un’opera fortemente autobiografica. Il drammaturgo, che nel suo palmares vanta anche tre Tony Awards, un Golden Globe e una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura, ha infatti tratto ispirazione dalla perdita della moglie per creare una commedia che racconta il contrasto tra il dolore e la leggerezza della vita.

Debuttata a Broadway nel 1977 con grande successo (ben 856 repliche) la commedia è stata adattata per il cinema nel 1979 da Robert Moore, con James Caan nel ruolo principale. La storia segue George, scrittore di romanzi gialli di largo consumo, e Jennie, attrice teatrale reduce da un matrimonio fallito. Entrambi cercano di superare le proprie ferite con appuntamenti al buio non esattamente riusciti, spinti da Leo, il fratello di George, e Faye, migliore amica di Jennie. Tra equivoci e colpi di scena, il destino li porta a innamorarsi in modo travolgente e a decidere di sposarsi dopo sole due settimane dal primo incontro.

In scena ci sono Aldo Ottobrino nel ruolo di George, Maria Vittoria Argenti nei panni di Jennie, Francesco Rotelli come Leo e Ilaria Martinelli nel ruolo di Faye. A completare il team artistico i collaboratori storici del regista: le scenografie sono di Luca Baldini, i costumi di Daniela Salernitano (vincitrice del David di Donatello nel 2018 per Ammore e malavita dei Manetti Bros) e il disegno luci di Gianni Staropoli, due volte vincitore del Premio Ubu (2017 e 2019). Civica, oltre a curare la regia, firma anche traduzione e adattamento. Il suo disegno registico minimalista, che come sempre si appoggia con convinzione al talento degli interpreti, riesce a ricreare il perfetto equilibrio tra ironia e dramma di un testo che esplora complessità delle relazioni umane. Attraverso la commedia vengono infatti raccontate storie in cui i protagonisti dicono e fanno cose buffe in contrasto con la profonda tristezza che provano.