- Data di pubblicazione
- 05/02/2025
- Ultima modifica
- 05/02/2025
Dal lutto al trionfo. La Filarmonica Arturo Toscanini esegue la Sinfonia n.5 di Mahler. Dirige Robert Treviño
Il 7 febbraio al Valli di Reggio Emilia e l’8 febbraio all’Auditorium Paganini di Parma
È una delle opere più celebri di Gustav Mahler, la Sinfonia n. 5. Un capolavoro capace come pochi di accompagnare gli ascoltatori in un viaggio attraverso sentimenti diversi, in un arco emotivo totale che spazia dal dolore all’amore. Una potenza espressiva che ha fatto di quest’opera una delle più eseguite e registrate del repertorio del compositore austriaco, anche grazie al celebre Adagietto, reso popolare dal film “Morte a Venezia” di Luchino Visconti. Il 7 febbraio al Teatro Valli di Reggio Emilia e l’8 febbraio all’Auditorium Paganini di Parma la si potrà ascoltare nell’esecuzione della Filarmonica Arturo Toscanini, con la direzione di Robert Treviño, direttore musicale dell’Orchestra Nazionale Basca, Consulente artistico dell’Orchestra Sinfonica di Malmö e Direttore ospite principale dell’Orchestra della Rai.
Strutturata in cinque movimenti, la Sinfonia n. 5 si apre con una solenne Marcia funebre, seguita da un turbolento secondo movimento e da un brillante Scherzo. Il celebre Adagietto, delicato e struggente, è stato spesso interpretato come un omaggio d’amore alla moglie Alma. La Sinfonia fu infatti composta nelle estati del 1901 e del 1902, durante le vacanze annuali dal suo lavoro di direttore dell’Opera di Vienna. Nell’inverno precedente Mahler aveva conosciuto Alma Schindler. Nell’autunno del 1901 Mahler le chiese di sposarlo e la sinfonia, con la sua traiettoria dal lutto all’energico trionfo finale, riflette questo sviluppo nella vita personale del compositore. Quest’opera, che peraltro segna una svolta nello stile di Mahler, con un’orchestrazione più complessa e un’architettura sinfonica pura e l’abbandono progressivo degli elementi folkloristici delle sinfonie precedenti, ha avuto una storia di esecuzioni complessa e affascinante, legata anche alle continue revisioni del compositore e alla sua progressiva riscoperta nel XX secolo. Indimenticabile, tra le interpretazioni, la lettura appassionata che Claudio Abbado ha registrato con i Berliner Philharmoniker nel 1993.
Quarantunenne di origini messicane, Treviño è cresciuto a Fort Worth, in Texas, e si è imposto all’attenzione internazionale al Teatro Bol’šoj di Mosca nel 2013, sostituendo Vassily Sinaisky sul podio del Don Carlo di Verdi. Da allora è invitato regolarmente dalle orchestre prestigiose in America – dalla Cincinnati Symphony alla Philadelphia Orchestra – e all’estero – dai Münchner Philharmoniker alla London Symphony Orchestra. Cresciuto sotto l’egida di Michael Tilson Thomas e Seiji Ozawa, ha sviluppato una particolare sensibilità per il repertorio mitteleuropeo ed è apprezzato proprio per la sua grande versatilità.