Emma Dante porta la Palermo delle stragi mafiose nei Vespri Siciliani. Dirige Lyniv

Dal 19 al 23 aprile al Comunale Nouveau di Bologna

18 aprile 2023

Ci sono i volti di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Boris Giuliano e di altre vittime illustri della mafia, impresse sui gonfaloni che sfilano in scena nel primo atto dei Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi portato in scena da Emma Dante. Nell’allestimento della regista palermitana, infatti, a opprimere il popolo siciliano non è il dominatore straniero, ma il potere criminale di Cosa nostra. E allora ci sono i mafiosi al posto degli invasori francesi e la ribellione alla dominazione franco-angioina si trasforma nel risveglio della coscienza civile dei palermitano dopo le stragi del ’92. La regista rilegge così la sua Sicilia in una produzione di forte impatto emotivo, adattato per lo spazio del Comunale Nouveau di Bologna dove è in scena dal 19 al 23 aprile. Coprodotto con il Teatro di San Carlo di Napoli, il Teatro Real di Madrid e il Teatro Massimo di Palermo – dove è già andato in scena nel gennaio 2022 a trent’anni dalle stragi di mafia del 1992 nella versione originale francese – lo spettacolo è stato infatti ripensato da Dante per i nuovi spazi della fondazione lirico-sinfonica felsinea, che lo propone al suo pubblico nella traduzione in lingua italiana di Arnaldo Fusinato. A dirigere il titolo per la prima volta è la direttrice musicale del Comunale, Oksana Lyniv.

Regista di prosa e cinema tra le più apprezzate e premiate d’Europa, Emma Dante ha già diretto altre opere liriche con successo, imprimendo anche nell’universo operistico la sua creatività che affonda le radici una cultura popolare che fa dialogare vivi e morti, passato e presente, colori vividi e spazi di penombra. La sua espressività dirompente carica di simboli segna anche questo allestimento dell’opera verdiana, dove la Palermo di oggi fa da sfondo alla storia di oppressione e di rivolta messa in musica dal compositore. “Vespri è un’opera che parla di oppressi e oppressori, di due comunità che occupano lo stesso spazio – dice la regista -. Tenterò di avvicinare Vespri a noi senza intenti documentaristici o rievocativi. Chiaramente, non potrò non prendere in considerazione il mio dolore di siciliana. E il fatto di essere palermitana, nata cioè in una città che è già di per sé un palcoscenico musicale, fatto di ritmi forsennati e silenzi inquietanti, una città che è una via crucis per le stragi di mafia. […] Vespri è anche un’opera che grida il dolore di un popolo – prosegue ancora Dante – è una musica che ci permette di non dimenticare gli uomini delle istituzioni, i magistrati, gli agenti delle forze di polizia, i sindacalisti, i semplici cittadini colpevoli di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Con l’ingresso di Elena, nel primo atto, la scena della sfilata dei gonfaloni con i volti delle vittime della mafia racconta l’anima di questa messinscena. Per me vespri siciliani contiene tutta la forza evocativa di un doloroso mosaico della memoria”.

Le scene dello spettacolo sono curate da Carmine Maringola, i costumi sono realizzati da Vanessa Sannino, le luci sono di Cristian Zucaro e i movimenti di scena di Sandro Maria Campagna. Tra gli interpreti figurano voci verdiane di primo piano come quelle del soprano Roberta Mantegna nella parte della duchessa Elena, del tenore Stefano Secco in quella di Arrigo, del baritono Franco Vassallo nei panni di Guido di Monforte e del basso Riccardo Zanellato in quelli di Giovanni da Procida, nelle date del 19, 21 e 23 aprile. Si alternano con loro nei rispettivi ruoli, il 20 e 22 aprile, Sara Cortolezzis, James Lee, Gustavo Castillo e Fabrizio Beggi. Completano il cast Gabriele Sagona (Il Sire di Bethune), Ugo Guagliardo (Il conte di Vaudemont), Carlotta Vichi (Ninetta), Francesco Pittari (Danieli), Manuel Pierattelli (Tebaldo), Alessio Verna (Roberto) e Vasyl Solodkyy (Manfredo).

Lyniv, che dirigerà l’opera, commenta così questo nuovo impegno verdiano: “Quest’opera basata su fatti storici è stata trasformata da Verdi in una partitura geniale della quale uno dei momenti più forti è il finale del terzo atto ‘O patria adorata’. Qui i nemici, cantando insieme, ci inducono a pensare ai limiti del patriottismo e a quanto questo possa riversarsi negativamente sull’altro. Verdi voleva terminare i Vespri col duetto dei protagonisti che muoiono insieme, come in Aida, ma i librettisti furono contrari e vollero porre l’accento più sulla situazione politica e sociale. Per questo motivo il finale risulta come brutalmente interrotto con le parole terribili ‘vendetta, vendetta’, dopo le quali comincia il massacro”.
Il Coro, preparato da Gea Garatti Ansini, è quello della fondazione lirico-sinfonica bolognese, affiancato in questa produzione da artisti del Coro del Teatro Regio di Parma istruiti da Martino Faggiani.