- Data di pubblicazione
- 28/12/2021
- Ultima modifica
- 28/12/2021
Il Farnace di Vivaldi al debutto a Ferrara, dopo quasi trecento anni
Il 30 e 31 dicembre al Teatro Claudio Abbado
Il suo esordio era atteso a Ferrara da quasi trecento anni. Antonio Vivaldi compose infatti una versione ferrarese del Farnace per il Carnevale del 1739, ma l’opera subì la censura del Cardinal Ruffo, che ne vietò la rappresentazione a causa del presunto legame illecito tra il compositore (il ‘Prete Rosso’) e la sua cantante prediletta, Anna Girò. La messa in scena, quindi, saltò e Vivaldi morì pochi anni dopo senza mai vedere allestita la sua opera. Finalmente, a 283 anni di distanza, il Teatro Comunale Claudio Abbado la porterà in scena con un allestimento originale al debutto il 30 e 31 dicembre (rispettivamente alle 20 e alle 16), coprodotto dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e dal Teatro Comunale di Piacenza, dove andrà in scena l’8 e il 10 aprile.
A Ferrara la fine del 2021 e il passaggio al 2022 si festeggia così con un attesissimo appuntamento che vedrà protagonista il direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli, tra i massimi conoscitori dell’opera vivaldiana, sul podio dell’Orchestra Accademia dello Spirito Santo, specializzata in musica di epoca barocca, con la regia di Marco Bellussi e Raffaele Pe nel ruolo del titolo. Composto su libretto di Antonio Maria Lucchini, Il Farnace è uno dei drammi musicali più rappresentativi del barocco. Andato in scena per la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia nel 1727, fu ripreso dal compositore e rivisto negli anni successivi, prima di cadere nell’oblio senza riuscire mai, appunto, a debuttare nella sua versione ferrarese che adesso arriva finalmente nella città estense, nell’edizione critica di Bernardo Ticci.
“Sarà un evento – anticipa Federico Maria Sardelli – perché con quest’opera Vivaldi viene a Ferrara per la prima volta. Questo è il suo ultimo Farnace giunto sino a noi, è il cavallo di battaglia di tutta la sua carriera musicale. Aveva le scritture già pagate, aveva già tutti i cantanti, lo scenario. Sta per arrivare il momento di andare in scena, ma gli viene impedito di metter piede in città dall’allora cardinale che la governava, Tommaso Ruffo. L’episodio lo segna per il resto dei suoi giorni. Per questo mettere in scena Il Farnace a Ferrara è un’occasione storica: per noi è importante riparare a quel torto subito, rendendo finalmente giustizia a Vivaldi”. Nella visione del regista Marco Bellussi “protagoniste sono proprio le dinamiche conflittuali, che accendono folgori improvvise a rischiarare un clima cupo di incombente luttuosità. Gli scontri politico/militari si intrecciano infatti ad antichi dissapori, legati ad eventi pregressi, determinando irremovibili acerbità. In un allestimento scenico rigorosamente essenziale e schematico, guadagnano evidenza i costumi, elementi volutamente non storicizzati, ma sostanzialmente rappresentativi dei profili caratteriali dei rispettivi personaggi”.
A firmare le scene è Matteo Paoletti Franzato, i costumi invece li firma Carlos Tieppo e le luci Marco Cazzola, con interventi video a cura di Creativite. Nel cast, oltre a Raffaele Pe (Farnace), anche Francesca Lombardi Mazzulli (Gilade), Chiara Brunello (Tamiri), Elena Biscuola (Berenice), Leonardo Cortellazzi (Pompeo), Silvia Alice Gianolla (Selinda) e Mauro Borgioni (Aquilio). Il Coro Accademia dello Spirito Santo sarà diretto da Francesco Pinamonti. “Sono davvero emozionato per questo nuovo debutto a Ferrara – spiega Pe – Farnace è un leader che sarebbe capace di sacrificare un figlio per il bene del proprio popolo. Lo muovono onore e virtù, ma si scioglie in lacrime davanti al figlio creduto morto con un canto dolcissimo e tragico. Sono sentimenti forse difficili da comprendere oggi, ma su cui anche la nostra identità e la nostra storia si fondano. Con la mia voce voglio dare corpo al carattere forte e sanguigno del condottiero e al tempo stesso rivelarne l’onestà e l’autenticità che anima le sue azioni, un dualismo che oggi il registro di controtenore può ritrarre con accuratezza”.