Festival Modena Contemporanea. La prima edizione interroga la “voce”

Dal 9 al 26 maggio a Modena

08 maggio 2024

C’è la Vox, la voce, al centro della prima edizione di un nuovo festival appena nato a Modena. Si chiama Modena Contemporanea ed è ideato da Tempo di Musica, associazione che dal 2013 promuove sul territorio attività concertistiche e di divulgazione musicale, e che per la prima volta propone adesso una rassegna vera e propria, ricca e composita, piena di concerti ma allargando lo sguardo anche ai mondi della digital art e della performance art. Non a caso la voce, crocevia di molteplici campi performativi, è il punto focale di una programmazione che si snoda tra il 9 e 26 maggio in luoghi della città a volte consueti all’attività musicale e a volte più ricercati in cui specifici elementi artistici trascendono l’esecuzione musicale. Alla voce, declinata secondo i quattro elementi, sono dedicati i sei eventi principali in cartellone, con brani in prima esecuzione (tre in prima esecuzione, commissionati dal Festival e tre fra nuove trascrizioni e prime italiane) e brani già assunti a classici del contemporaneo.

Proprio il dialogo sul tema della voce e del canto ha fatto nascere una collaborazione tra Modena Belcanto Festival e Festival Modena Contemporanea, che intrecciano le proprie programmazioni per gli appuntamenti del 9, dell’11 e del 26 maggio dedicati alla musica contemporanea d’autore e di sperimentazione che porterà il pubblico a confrontarsi con oltre 60 anni di voce. Si comincia il 9 maggio nel ridotto del Pavarotti-Freni, con lo sperimentalismo del nuovo secolo e il virtuosismo timbrico e vocale della cantante-performer Giulia Zaniboni che fra bicchieri intonati, respiri amplificati e antiche canzoni di mare, ci permetterà di comprendere quando sia ampio e duttile il vocabolario contemporaneo per la voce. A seguire la realizzazione in forma semiscenica di uno dei classici del repertorio vocale moderno, La voix humaine di Francis Poulenc nella realizzazione a cura del mezzosoprano Caterina Dellaere e dell’allestimento scenico di Paola Brunello e Giulia Turconi (11 maggio, Teatro Fondazione Collegio San Carlo), un intramontabile monologo tragico che diede il là all’idea di poter lavorare con un solo strumento in palco, la voce. In serata anche la prima esecuzione assoluta di un brano commissionato dal Festival alla giovane compositrice Paola Magnanini che in Saudade – Omaggio alla Voix Humaine per solo pianoforte, ci introdurrà alla trama dell’opera. Concluderà il calendario congiunto delle due realtà modenesi e l’intera rassegna, la manipolazione elettronica della voce del soprano Ljuba Bergamelli nell’ultima produzione di Zeno Baldi, Slate Petals, una interazione fra umano ed elettronica, indagando luci e ombre della voce e delle tracce personali che essa riporta in superficie. (26maggio, Teatro Fondazione Collegio San Carlo).

Attorno ai quattro elementi si annodano poi i fili degli altri concerti in programma. Se il fuoco rappresenta la scintilla vitale rappresentato dai tre concerti dedicati alla voce umana, l’acqua troverà nel concerto con protagonisti l’Ensemble Farandole una declinazione musicale del repertorio contemporaneo dedicato al mare, all’acqua e alle sue creature, partendo dai brani di Takemitsu fino all’esecuzione di Vox Balenae di George Crumb (17 maggio, Chiesa del Voto). Anche in questa occasione c’è una prima assoluta, commissionata dal Festival, al giovane compositore Francesco Darmanin dal titolo Come vento e nube. L’aria e in particolare i corpi celesti saranno protagonisti invece nel recital pianistico del pianista Ciro Longobardi per propone l’esecuzione integrale degli Études boréales e degli Études australes del compositore italiano Ivan Fedele in un contesto inusuale per l’esecuzione musicale ma ideale e rappresentativo per brani che parlino di stelle, la Cupola del Civico Planetario ‘F. Martino’ di Modena (18 maggio). Infine, spazio alla terra, elemento primordiale a cui il pubblico potrà simbolicamente ricongiungersi con il rituale della terra di Pauline Oliveiros, le prime italiane di Terrestre di Kaija Saariaho e Mayis 2020 di Fazil Say e la prima esecuzione assoluta, commissionata dal Festival, al compositore Daniele Bisi, riuniti nel concerto Il risveglio della terra, curato dai musicisti dell’Ensemble Forma Libera (24 maggio, Sala del Leccio – Complesso San Paolo). Attorno al calendario principale non mancheranno una serie di eventi collaterali.