Gender Bender 2025: il coraggio del rischio tra danza e cinema

24 ottobre 2025

A Bologna il corpo torna campo d’esperimento. La 23ª edizione di Gender Bender sceglie la parola rischio come bussola e costruisce attorno ad essa un racconto in movimento: dodici spettacoli internazionali di danza, undici film e documentari, incontri e maratone di pensiero che attraversano la città. Il festival  – prodotto da Il Cassero LGBTQIA+ Center e diretto da Mauro Meneghelli – prepara il terreno con due anteprime che ne dichiarano il passo: Inhabitants di Luna Cenere (25-26 ottobre) a DAS – Dispositivo Arti Sperimentali, esito di un laboratorio con venti partecipanti non professionisti sul “corpo paesaggio”; e Blue, film testamento di Derek Jarman (27 ottobre) al Cinema Modernissimo, prologo a una programmazione che attraverso l’arte indaga vulnerabilità e desiderio.

Il baricentro resta la danza, con la scena francese a fare da linea portante: Whip di Georges Labbat in prima nazionale (31 ottobre – 1 novembre) all’Ex Chiesa di San Mattia trasforma la frusta, simbolo di dominio, in strumento di rischio quasi catartico; Le petit B di Marion Muzac in prima nazionale (4 – 5 novembre) al Teatro Testoni Ragazzi invita bambine e bambini a costruire paesaggi effimeri sul Bolero di Maurice Ravel; About Love and Death – Élégie pour Raimund Hoghe di Emmanuel Eggermont (2 – 3 novembre) al DAMSLab rende omaggio a Raimund Hoghe, coreografo, ballerino, regista, giornalista e autore tedesco, e alla sua poetica di resistenza fatta corpo.

La traiettoria poi si allarga, coinvolgendo generazioni e linguaggi. Con la nuova versione dell’ormai storico <age> di CollettivO CineticO (2 novembre) all’Arena del Sole tornano in scena adolescenti fra 15 e 19 anni che, in un gioco a vista tra documento e finzione, rispondono su identità ed esperienza; Monumentum Da di Cristina Kristal Rizzo con Diana Anselmo (5 – 6 novembre) ad Atelier Sì intreccia danza e LIS, decostruendo i dispositivi fonocentrici; Landscape di Elena Antoniou (7- 8 novembre) all’Oratorio San Filippo Neri mette invece il corpo della performer al centro di un dispositivo di sguardi di cui il pubblico diventa co-autore. Fuck me Blind di Matteo Sedda (31 ottobre – 1 novembre) a DAS rilegge poi l’eco di Jarman in un vortice ipnotico e in un paesaggio omoerotico mentre Amadriadi di Michele Ifigenia Colturi/Tyche (2 novembre) all’Ex Chiesa di San Mattia porta la mitologia nelle pieghe dello spazio urbano. Il 7 e 8 novembre l’appuntamento è all’Accademia di Belle Arti con FUGA BWV 565 di Gaetano Palermo e Michele Petrosino, che mette in dialogo la corsa e la forma musicale. A dare continuità di sguardo, l’artista associato 2025–2027 appena nominato: Daniele Ninarello presenta Healing Together (7-8 novembre) all’Ex Chiesa di San Mattia, rito coreografico di mutuo sostegno che abbatte la parete tra palco e platea. 

Ricchissima, come sempre, la sezione cinema, che si articola tra Lumière e Modernissimo. Tra i film da non perdere ci sono sicuramente Once upon a Time in Gaza dei gemelli Arab e Tarzan Nasser (7 novembre), che guarda con ironia nera l’oppressione dell’occupazione e The Brink of Dreams di Ayman El Amir e Nada Riyadh (2 novembre), che segue giovani donne egiziane che trovano nel teatro di strada il loro megafono.  Tanti anche gli incontri e i talk, che sperimentano nuovi formati. Sono in programma, infatti, nelle giornate di domenica 2 novembre e sabato 8 novembre, due “maratone” a DAS – Dispositivo Arti Sperimentali, con una programmazione no-stop dalle 11 alle 18 e pranzo autogestito. In particolare, due incontri sono dedicati al fumetto: il primo è con la pluripremiata fumettista Lee Lai, una delle voci più interessanti della nuova narrazione a fumetti, autrice di Cannon, il secondo è la presentazione di Ragazzo, delicato racconto corale sulle inquietudini della giovinezza della fumettista Zuzu. Tra le presentazioni letterarie invece In forme, romanzo d’esordio di Dolki Min su diversità e marginalità e Lo sbilico, di Alcide Pierantozzi, romanzo in cui l’autore affronta il tema della salute mentale. Arricchiscono la sezione, conferenze, workshop, proiezioni sempre sui temi dell’inclusione, delle differenze e delle pratiche culturali partecipative. 

Con il contributo di  Regione Emilia-Romagna Assessorato alla Cultura, Ministero della Cultura, Comune di Bologna Settore Cultura, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione Franco-Italiana di sostegno alla creazione contemporanea, Institut Français, Onassis Stegi, Palazzo Bentivoglio, Gruppo Hera, Coop Alleanza 3.0, Idros, Jägermeister, Birra Castello.

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