Home. Spettacoli tra arte e attivismo

Il Festival Atlas of Transitions è a Bologna dal 1 al 10 marzo

26 febbraio 2019

In dieci giorni, dal 1 al 10 marzo, porterà a Bologna performer, coreografe e cantanti provenienti da Costa d’Avorio, Mali, Estonia, Ruanda, Siria, Palestina e Cuba. È Home, un festival unico nel suo genere in Italia, curato da Piersandra Di Matteo per Atlas of Transitions Biennale. Dopo l’indagine sul “diritto alla città” portata avanti lo scorso anno, questa seconda edizione, che si avvale ancora una volta di una fitta rete di collaboratori cittadini, centri culturali, cooperative impegnate nell’accoglienza, organizzazioni attive nella mediazione culturale, studenti delle scuole superiori, associazioni di comunità immigrate, collettivi di attivisti, teatri bolognesi e importanti istituzioni della città, interroga la migrazione attraverso una profonda riflessione sul concetto di “casa”, sull’idea dell’abitare in senso ampio, dal “lasciare casa” all’“essere-a-casa” al “sentirsi o non sentirsi a casa”. E lo fa ribaltando la prospettiva, declinando l’orizzonte al femminile e soprattutto tentando una decolonizzazione dello sguardo, dialogando con le comunità straniere, le loro associazioni, sostenendo i percorsi creativi delle seconde generazioni di immigrati, come ha spiegato la curatrice nell’intervista a Radio Emilia-Romagna.

Nel ricco programma che prevede spettacoli, esperienze di condivisione, workshop, masterclass, numerosi film, lectures, talks, dj-set, e un importante conferenza internazionale dedicata al tema del rapporto tra Performing Arts e migrazioni, spiccano poi tre debutti nazionali di artiste provenienti dall’Africa sub-sahariana, seguiti sempre da un incontro con il pubblico.

Il 2 e 3 marzo al DAMSLab va in scena Nadia Beugré, performer e coreografa della Costa d’Avorio, artista associata a Vooruit Ghent, già ospite di prestigiosi festival internazionali, che a Bologna presenta in prima nazionale Quartiers Libres, un solo di danza in cui – evocando la guerra civile del suo paese – si confronta con spazi-tabù, con le soglie dei divieti, tra sottomissione e rivelazione, ingaggiando una lotta per “addomesticare” lo spazio, contro un mondo che cerca di sommergerla.

Il 3 marzo, invece, a Teatri di Vita va in scena la coreografa, cantante e autrice ruandese, residente a Marsiglia, Dorotheé Munyaneza, che conduce una ricerca storica sulla violenza di genere e la disuguaglianza razziale. Con la sua Compagnie Kadidi presenta in prima nazionale lo spettacolo Samedi Détente che ripercorre, attraverso la parola e il canto, la vicenda del genocidio che ha devastato il Ruanda uccidendo 800.000 persone in soli cento giorni, quando lei era ancora bambina. “Samedi Détente” è infatti il titolo di un popolare programma radiofonico che Munyaneza ascoltava in Ruanda da piccola, prima dello sterminio, ed è proprio attraverso i frammenti della sua memoria personale, trasformati in immagini e poesia, che l’artista restituisce la violenza più vivida che mai della strage di cui è stata testimone oculare.

L’8 e 10 marzo al DAMSLab va in scena invece Fatoumata Bagayoko (Compagnie Jiriladon), artista proveniente dal Mali, che si esibisce in una breve performance presentata in prima nazionale, Fatou t’as tout fait, in cui la giovane coreografa affronta il tema della sua mutilazione genitale. “Ho deciso di raccontare un evento a cui ho assistito più volte. Porto i segni della sua prevaricazione sul mio corpo. Una cicatrice, una manca irreversibile che terrò per sempre con me. Ne voglio fare un atto di protesta” spiega l’artista che nella sua danza inscrive il danno indelebile dell’infibulazione, pratica di iniziazione a cui le adolescenti della sua terra sono sottoposte in nome di una tradizione patriarcale.

A inaugurare il festival saranno invece due progetti dell’artista e attivista cubana Tania Bruguera, reduce da un successo straordinario alla Tate Modern di Londra, che a Bologna realizza due opere: Referendum e School of Integration. La prima è una performance della durata di dieci giorni che simulando un vero e proprio referendum invita a i cittadini bolognesi a esprimersi su una domanda riguardante la migrazione nata da tre incontri tenutisi nei mesi scorsi e formulata in questi termini: “I confini uccidono. Dovremmo abolire i confini?”. Sarà possibile votare in diversi punti della città durante tutte le giornate di Home e un tabellone segnerà i risultati giornalieri delle votazioni. Il 1 marzo, in occasione dell’apertura della campagna referendaria, Bruguera sarà anche protagonista di Est-ètica e diritti dei migranti, un incontro con gli abitanti di Bologna per ripercorrere i nodi teorici e tematici della sua ricerca artistica. Nella stessa giornata inaugurerà la School of Integration, un progetto di ‘scuola’ realizzato in esclusiva per Bologna, le cui lezioni (una al giorno per dieci giorni) ribaltando la consuetudine, saranno condotte da membri delle comunità straniere alla cui cultura sarà di volta in volta dedicato ciascun incontro.

Da segnare in agenda anche un altro debutto, sempre in prima nazionale: quello de Il negro del Narciso di Cantieri Meticci, liberamente tratto dal racconto omonimo di Joseph Conrad, in scena il 9 e 10 marzo al Teatro San Martino. Nella riscrittura della compagnia guidata da Pietro Floridia, a metà tra spettacolo e installazione, gli spettatori, liberi di muoversi in uno spazio-labirinto composto dai cubi-cabina della Narciso, incontreranno gli interpreti alle prese con storie e azioni capaci di connettere le pagine del racconto ai fantasmi dell’Occidente: il migrante, l’africano, il nero, bollato come il nemico originario ed eterno, sarà visibile ora come una figura reale e fantasmatica.

Tra gli altri appuntamenti si segnala Le chemin des femmes e le core, concerto in programma il 9 marzo al DAMSLab, un progetto di Associazione Amigdala che porta in scena un coro, diretto da Meike Clarelli, nato a Bologna dal laboratorio vocale dell’associaizone Jaya e composto da donne di diversa provenienza geografica e culturale, unite dal desiderio di promuovere la ricerca musicale e la resistenza civile attraverso la voce. Da non perdere, ancora il 9 marzo, con replica il 10, uno spettacolo per bambini in scena al MET: Z’Oiseaux della compagnia francese Les Petites Boîtes, che con disegni, ombre, oggetti di carta ritagliata, racconta il grande viaggio della migrazione degli uccelli che segue rotte aeree guidate da forme di orientamento magnetico.

Il progetto internazionale finanziato da Creative Europe, promosso da ERT con Cantieri Meticci e il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna, in partnership con Polonia, Belgio, Francia, Svezia, Albania e Grecia.