IMA di Sofia Nappi. Una danza al presente

Il 25 marzo al Teatro Storchi di Modena

23 marzo 2023

In scena cinque interpreti in gilet e bretelle avanzano lenti, danzando piano un po’ goffamente e spingendo un baule a fatica: sono maschera della vecchiaia, maschere vere, rugose, indossate dai performer, che nel corso dello spettacolo cadranno una dopo l’altra. È un inno alla liberazione dai ricordi per unirsi alla sensazione fisica della danza del presente. A scriverlo, in forma di coreografia, è Sofia Nappi, una delle artiste più interessanti del panorama internazionale. Il suo IMA arriva sul palco dello Storchi di Modena il 25 marzo alle 19, in prima nazionale, nell’ambito del Focus Carne curato da Michela Lucenti,  come vi abbiamo raccontato nella puntata di marzo di Dance Land, il podcast di RadioEmiliaRomagna interamente dedicato alla danza.

Coreografa e danzatrice Sofia Nappi si diploma all’Alvin Ailey American Dance Theater a New York per poi approfondire gli studi con Hofesh Shechter a Tel Aviv, dove sta conseguendo la certificazione come insegnante di tecnica Gaga, linguaggio del celebre coreografo Ohad Naharin. Lo spettacolo che presenta a Modena ha visto la luce in contesti particolarmente prestigiosi: venti minuti sono stati presentati alla 14esima edizione del Festival di Danza contemporanea della Biennale di Venezia nel 2020, su commissione dalla direttrice Marie Chouinard, mentre la versione integrale è stata ospitata in anteprima al Colours International Dance Festival di Stoccarda nel 2022.

Il termine “Ima” in giapponese indica il momento presente, in ebraico significa madre, con un particolare riferimento alla rinascita e al rinnovamento. La creazione è nata durante il lockdown, durante il quale, spiega l’artista “siamo stati lasciati soli nella nostra vera casa, il nostro corpo, dove esiste solo la dimensione temporale del presente, dove il nostro esistere diventa più sensibile alle piccole cose, dove il bisogno di rapporto con l’altro, in assenza di contatto fisico, ci porta a raggiungere un profondo senso di relazione e nostalgia di creazione. Essere soli con il nostro corpo ci fa percepire chiaramente che tutto, dentro e intorno a noi, non si è fermato, ma è in continuo divenire in una danza che è interconnessione di tutte le cose”. Nella solitudine la coreografa ha percepito ancora più intensamente quanto ambiziosamente pianifichiamo il futuro, quanto ostinatamente ci aggrappiamo al passato, e quanto raramente viviamo il momento presente. IMA indaga allora le età della vita procedendo al contrario: i cinque interpreti, Lara di Nallo, Valentin Durand, Evelien Jansen, Paolo Piancastelli, Gonçalo Reis, salgono infatti sul palco da anziani e danzano fino ad abbandonare le maschere della vecchiaia per ritrovarsi in piena giovinezza, invitandoci al presente e alla vita.