- Data di pubblicazione
- 22/04/2025
- Ultima modifica
- 22/04/2025
La memoria come esercizio quotidiano. La Toscanini in concerto per l’80° della Liberazione
Il 16 maggio a Bologna, dirige Ivor Bolton
La sera del 14 maggio 1931 il Maestro Arturo Toscanini, già celebre a livello internazionale, avrebbe dovuto dirigere al Comunale di Bologna un concerto in memoria di Giuseppe Martucci. Ma rifiutò di eseguire Giovinezza e l’Inno reale alla presenza del ministro Costanzo Ciano, venuto a Bologna per inaugurare la Fiera del Littoriale, e del sottosegretario Arpinati. Il prezzo di quella scelta fu alto: venne aggredito da alcune camicie nere all’uscita laterale del teatro – tra cui, secondo alcune fonti, anche il giovane Leo Longanesi – e costretto a rifugiarsi all’hotel Brun. Qui ricevette un ultimatum: “Lasci Bologna subito, se vuole salvarsi”. Toscanini accettò, accompagnato alla stazione da Ottorino Respighi. Cinque giorni dopo scrisse a Mussolini una lettera durissima. Da quel momento decise di lasciare l’Italia, dove sarebbe tornato a dirigere solo dopo la caduta del fascismo.
Il gesto di Toscanini risuona oggi più attuale che mai. A quasi un secolo da quello “schiaffo” incassato con dignità – un vero e proprio atto di resistenza civile e culturale – la musica torna protagonista per ribadire che la memoria non si piega. E lo fa con un grande evento promosso dalla Regione Emilia-Romagna: il concerto gratuito (prenotazioni a partire dal 22 aprile sul sito della biglietteria della Toscanini) della Filarmonica Toscanini in programma il 16 maggio alle 18.00 all’Auditorium Manzoni, nel cuore della città, che celebra non solo l’80° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, ma anche i 50 anni della prestigiosa orchestra che porta il nome del Maestro parmigiano. Diretta da Ivor Bolton, con la pianista Yulianna Avdeeva, la Filarmonica eseguirà il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Čajkovskij e la Sinfonia n. 2 in re maggiore di Brahms: un’accoppiata tutt’altro che scontata. I due compositori, infatti, nati entrambi il 7 maggio, si disprezzavano cordialmente sul piano artistico: Čajkovskij bollava Brahms come “una mediocrità presuntuosa”, Brahms liquidava la musica del russo come troppo emotiva. Eppure, un incontro a Lipsia nel 1887 – ospiti entrambi del violinista Adolf Brodsky – li portò a un reciproco rispetto umano. “Le poche ore trascorse in sua compagnia mi hanno lasciato un ricordo molto piacevole”, scrisse Čajkovskij. Il suo Concerto n. 1, composto nel 1874 e inizialmente stroncato dal mentore Rubinstein, è oggi una delle pagine più amate del repertorio romantico: dalla celebre apertura poderosa agli slanci lirici del primo tema, fino al travolgente finale, è un trionfo di pathos melodico. Di ben altro spirito, ma non meno ispirata, è la Seconda Sinfonia di Brahms, composta nel 1877 sul lago di Pörtschach. È forse la più luminosa delle sue quattro sinfonie, attraversata da temi danzanti e da una dolcezza che si fa esplicita nel secondo movimento, dove si riconosce l’eco della sua celebre ninna-nanna “Wiegenlied”. Il finale, brillante e vitale, conclude l’opera in un inno alla serenità, quasi una carezza orchestrale dopo i dolori della storia.
Il concerto è solo uno dei momenti clou di un calendario fitto di iniziative volute dalla Regione per rendere omaggio a quella stagione di coraggio collettivo che ha dato vita alla Repubblica e alla Costituzione. “Libertà, pace, democrazia, difesa della dignità umana sono valori non negoziabili che vanno coltivati e difesi giorno dopo giorno con l’impegno di tutti” hanno dichiarato il Presidente Michele de Pascale e l’Assessora alla Cultura Gessica Allegni, sottolineando l’importanza di un impegno continuo per la memoria, soprattutto verso le nuove generazioni.
Il programma delle celebrazioni include il manifesto Libera e antifascista, con il 25 aprile cerchiato in rosso su un’agenda idealmente condivisa da tutti i cittadini, affisso nei Comuni sopra i 15mila abitanti e pubblicato sui principali quotidiani locali. Centrale anche il progetto NipotidiPartigiani, con testimonianze raccolte dai nipoti di chi ha combattuto per la libertà, e il racconto interattivo A passo di liberazione 1945-2025 che permette di esplorare digitalmente le tappe della liberazione dell’Emilia-Romagna. Infine, la Regione sostiene Liberation Route, il cammino della memoria tra Monte Sole e Sant’Anna di Stazzema, 180 chilometri in undici tappe per connettere i luoghi simbolo della Resistenza italiana. Tutto il territorio regionale sarà poi animato da mostre, incontri, fiaccolate, escursioni e spettacoli che uniscono passato e presente. Perché la memoria non è solo un esercizio storico, ma un atto politico e culturale quotidiano.