- Data di pubblicazione
- 10/04/2019
- Ultima modifica
- 10/04/2019
Le Variazioni Goldberg di Ramin Bahrami
Al Teatro Regio di Parma, il 14 aprile
Per la prima volta al Teatro Regio di Parma, il pianista iraniano Ramin Bahrami sarà il protagonista del concerto di domenica 14 aprile (alle 20.30), per la stagione concertistica 2019 realizzata da Società dei Concerti di Parma, in collaborazione con Casa della musica e con il sostegno di Chiesi.
Tra i più acclamati pianisti del mondo, dalla critica musicale tedesca definito “un mago del suono, un poeta della tastiera”, il quarantenne Bahrami è considerato uno dei più importanti interpreti viventi di Johann Sebastian Bach, compositore da lui amatissimo. “È il più grande di tutti – dice Bahrami, – la sua musica trascende non solo i confini geografici, travalica anche quelli cronologici, quando ascolti le sue opere non sai dire se siano state composte trecento anni fa, oggi, o vengano dal futuro, è la musica più universale che esista.” La sensibilità cosmopolita di Bahrami, la sua attuale ricerca interpretativa, è concentrata sulla monumentale produzione tastieristica di Bach: è da questa che attinge per la serata parmense, proponendo uno dei maggiori capolavori di Bach, una pietra miliare nell’intera produzione per tastiera di tutti i tempi: “Aria con 30 variazioni, in sol maggiore per clavicembalo, BWV 988”, pubblicata nel 1742 e passata alla storia con l’appellativo Variazioni Goldberg.
Ramin Bahrami è iraniano di nascita e italiano di adozione. In Italia si rifugiò a undici anni, dopo l’arresto di suo padre, per sfuggire alle persecuzioni del regime islamico di Khomeini. La sua luminosa carriera di musicista parte dunque proprio dall’Italia (si diploma al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, approfondisce gli studi all’Accademia Pianistica di Imola e alla Hochschule für Musik di Stoccarda), ma la sua prima formazione e le influenze tedesche, russe e turche che hanno caratterizzato la sua infanzia gli permettono di accostarsi alla musica di Bach esaltandone ulteriormente il senso di universalità.