- Data di pubblicazione
- 05/05/2023
- Ultima modifica
- 05/05/2023
Pagliacci nella regia di Zeffirelli chiude la stagione del Regio di Parma
Il 5, 7, 12 e 14 maggio
Un allestimento sontuoso dalle tinte variopinte e un palcoscenico popolatissimo di figuranti, mimi e acrobati. Sono i segni, inconfondibili, di un celebre allestimento di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo firmato da Franco Zeffirelli che dal 5 maggio (repliche il 7, 12 e 14) chiude la Stagione del Regio di Parma. A riprendere la regia del maestro fiorentino, nel centenario della sua nascita, è Stefano Trespidi, mentre Andrea Battistoni è sul podio dell’Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini, del Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani, e del Coro di voci bianche del Teatro Regio di Parma, preparato da Massimo Fiocchi Malaspina.
Opera verista per eccellenza insieme a Cavalleria rusticana, Pagliacci com’è noto è ispirata a un fatto di cronaca nera realmente accaduto nel 1865 a Montalto Uffugo, un paese in provincia di Cosenza dove Canio, il capocomico di una compagnia itinerante, scopre che la moglie Nedda lo tradisce esattamente come nella finzione della commedia che avrebbe portato in scena. Nel momento in cui sale sul palcoscenico per interpretare la gelosia del personaggio, smarrisce però la percezione del reale e, in un crescendo di ossessione e violenza, finisce per assassinare la moglie e il suo amante, nel raccapriccio del pubblico che solo in quel momento si accorge che la finzione è diventata realtà.
Nello storico allestimento di Zeffirelli, invece, l’ambientazione della vicenda è spostata agli anni Sessanta del Novecento. Una scelta nata dal desiderio di cercare una chiave di lettura contemporanea al capolavoro di Leoncavallo. “Ho scelto una periferia del Sud, con motorini, officine e degrado – ha spiegato il regista – Ho voluto tirare Pagliacci ancora di più verso il presente: si dice che sia il capolavoro del Verismo. E sono d’accordo. Ma è anche qualcosa di più: è un’opera in cui si fondono miracolosamente verità e finzione, cronaca ed arte. E dunque è quasi un obbligo riportare all’oggi la cornice cronachistica in cui si muove la vicenda. La gelosia e l’omicidio passionale di Canio sono cronaca di tutti i giorni, valgono sempre”.
Oltre a Trespidi, a riprendere aspetti fondamentali dell’allestimento del maestro sono Carlo Centolavigna, che ne riprende le scene, mentre i costumi sono di Raimonda Gaetani, storica collaboratrice del regista, e le luci di Andrea Borelli. Nel cast Valeria Sepe (Nedda, nella commedia Colombina), Gregory Kunde (Canio, nella commedia Pagliaccio), Vladimir Stoyanov (al debutto nel ruolo di Tonio, nella commedia Taddeo lo scemo), Matteo Mezzaro (Peppe, nella commedia Arlecchino), Alessandro Luongo (Silvio, contadino).
La Stagione del Teatro Regio di Parma è realizzata grazie al contributo di Comune di Parma, Ministero della Cultura, Reggio Parma Festival, Regione Emilia-Romagna e di numerosi partner.